Pagina:La Donna e i suoi rapporti sociali.djvu/187

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strazianti ingiustizie che hanno desolato l’umana progenie, e gli errori più cubitali della filosofìa. Le classificazioni crearono i pregiudizii; i pregiudizii a loro volta generarono i Paria e gli Iloti; consigliarono lo sprezzo dello schiavo; suggerirono false ed inique prevenzioni sulle diverse razze colorate, che sgraziatamente perdurano presso molti che fanno anche professione d’intendersi alla giustizia. Dalle classificazioni donde i pregiudizii, nacquero gli odii profondi, e le lunghe ire internazionali, quasi l’uomo che abita l’altra sponda di un fiume, o l’altro versante di una montagna, essenzialmente differisca dall’uomo che abita la prima sponda ed il primo versante. Ora queste classificazioni vogliono bandirsi, siccome funeste cause d’isolamento fra gli uomini, siccome tendenti a ledere il diritto primitivo di ciascun uomo al giudizio dei proprii mezzi ed alla libera loro applicazione; siccome prepotenza che impone leggi alla natura e la sforza e violenta, con danno dell’individuo e dell’umanità.

Infatti qual classificazione è egli possibile in faccia alla dimostrazione imperativa dei fatti?

V’hanno criteri i quali, fortissimi nella speculazione filosofica, sono affatto inetti in qualsiasi elemento di scienza esatta, e viceversa.

Un artista sublime non saprà fare la più semplice aritmetica operazioné; un tale è campione nella fisica e nell’astronomia che è affatto insuscettibile e profano alla filosofia; e sarà quell’altro un Socrate od un Platone, senza che gli sia però possibile confezionare due versi.

Nè è più facile, nè più possibile, classificare nelle loro morali idoneità i due sessi. Si disse l’uomo è forte, la donna è debole, ma vi hanno uomini debolissimi e donne fortissime; più, sì educa l’uomo all’attività fisica e morale, e la donna all’inerzia fisica ed alla passività morale.