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la donna e la scuola 65

Era intenzione dell’on. Credaro di condurre a termine tale progetto d’integrazione di quella sua riforma — alla quale aveva dedicato tutta la propria attività di studioso e di uomo politico. Ma le alterne vicende parlamentari — impedirono al Ministro di realizzare intero il suo programma.

La guerra distolse l’Amministrazione e l’attenzione del pubblico dai problemi della scuola — ma non però in modo assoluto, dato il valore che la questione ha nella vita nazionale — per cui l’importanza se ne rivela tratto tratto — spesso inaspettatamente, ma non per questo in maniera meno preoccupante.

Ricorderete senza dubbio la polemica provocata da un articolo del prof. A. Pellizzari — col titolo - forse un pochino eccessivo — di «Ignoranza obbligatoria».

È un fatto che gl’insegnanti medi assistevano addolorati all’invilimento inflitto alla scuola per le infinite concessioni fatte alle scolaresche con le licenzine — le medie ridotte al 5 — i compensi fra l’una e l’altra materia — i ricorsi di ogni genere.

Tutto questo, si dice, è dovuto alla guerra! — nel senso che in questa grave ora si sente la necessità di non turbare studenti e famiglie con eccessi di preoccupazioni — ma si risolve invece in uno sfruttamento della situazione... — e in un dilagare — verso negligenti e deficienti — di quelle false pietà che trovano sempre un’eco favorevole a Montecitorio!

Non ci si rende abbastanza conto che l’ignoranza o, peggio ancora, la cultura incompleta, costituisce un vero pericolo nazionale, e che è una stolida imprevidenza — mentre si preparano falangi di abili operai e operaie - permettere che si dia alla società un esercito di professionisti impreparati a un domani che sarà certamente più difficile, più aspro dell’oggi.