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Genova-Novi-Piacenza, si riconobbe la necessità di dover abbassare il punto culminante di un centinaio di metri, portandolo da 670 a 570 m.

E così alla breve galleria del Camolajo si fu costretti di sostituire quella lunga di M.te Bocco, che da Roccatagliata, presso Neirone, all’altitudine di 480 m., andrebbe a sboccare all’Isola di Rovegno, a 570 m.

Questa lunga galleria, di 13 chilometri, non è però a foro cieco; ma può essere attaccata, oltre che dai due imbocchi, da tre pozzi rispettivamente di 80, 130 e 160 metri di profondità, in guisa che la lunghezza massima da perforarsi a foro cieco si ridurrebbe a cinque chilometri e mezzo, e la galleria verrebbe attaccata da otto punti. La pendenza nella galleria stessa sarebbe costantemente minore del 7‰.

Con questa variante lo sviluppo della linea Genova-Bobbio-Piacenza riuscirebbe di 116 chilometri, in confronto di 125, che avrebbe misurato il primitivo progetto più alto, e vi sarebbe quindi un’economia di 32 chilometri sul percorso Genova-Novi-Piacenza, con un risparmio di 9 sul primo studio.

Bisogna qui ben porre in sodo che, adottando la variante descritta, l’economia che si ottiene col nuovo tracciato in confronto alla linea oggi percorsa per Novi è reale, pur tenuto conto della lunghezza virtuale dovuta alle pendenze e può ragguagliarsi a 12 chilometri.

Oltrepassato Isola di Rovegno, il tracciato segue la Trebbia, or sulla destra ed or sulla sinistra, fino ad Ottone con pendenza del 12½‰, da Ottone a Ponte Organasco del 12‰, da Ponte Organasco a Bobbio del 10, e da Bobbio a Rivergaro con pendenze variabili da 5 a 3‰.

È superfluo il dire che da Rivergaro a Piacenza la ferrovia