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«Considerando che, per la improvvisa assenza dell’autorità politica, viene di fatto ad aver pieno effetto il decreto 48 corrente della Vicepresidenza di Governo col quale si attribuisce al Municipio l’esercizio della polizia, non che quello che permette l’armamento della guardia civica a tutela del buon ordine e difesa degli abitanti, s’incarica della polizia il signor delegato Bellati, e in sua mancanza, il signor dottore G. Grasselli aggiunto, assunti a collaboratori del Municipio il conte Francesco Borgia, il generale Lecchi, Alessandro Porro, Enrico Guicciardi, avvocato Anseimo Guerrieri, e conte Giuseppe Durini». Quel magistrato non aveva la scienza delle rivoluzioni; e, mite, debole, officioso per natura, non seppe alzar l’animo all’altezza dei casi.

I combattenti chiedevano però altri uomini risoluti ed energici. E un consiglio di guerra sollecitamente instituivasi composto da Giulio Terzaghi, Giorgio Clerici, Carlo Cattaneo, Enrico Cernuschi. La pugna facevasi allora più conseguente allo scope. I prigionieri tedeschi vennero trattati dal popolo con molta umanità; mentre i nostri, caduti in mano dell’inimico, erano barbaramente trucidati. Tutte le contrade che potevano abbarracsi, io furono; nelle larghe vie, ove molto tempo richiedessi per farlo, i monelli gittavano sul selciato chiodi acutissimi a tre punte—i cosi detti triboli —congegnati in modo a presentarne sempre una valevole ad impedire le cariche della cavalleria. Ne’ luoghi più esposti allo assalto de’ tedeschi eransi apparecchiate nelle case alcune pompe per versare loro sul viso una terribile pioggia di acido solforico. Ogni finestra avea combattenti che bersagliavano le nemiche pattuglie, e molte donne dall’infima all’alta classe sociale furono vedute — armate di pistola o di moschetto — spargere la morte nelle avverse file.

Al terzo di il maresciallo spediva un maggiore croato a suo parlamentario. Il Casati intendeva accettare un armistizio di quindici giorni; gli altri vi si rifiutarono. La buona fede del Radetzky non poteva più illudere alcuno; imperciocché, dinanzi lo stesso ufficiale straniero, un prete accorreva per avvisare come un suo compagno predicatore, nella chiesa di S. Bartoiommeo, fosse stato ucciso insieme con molte donne e bambini che colà si trovavano. Il dado era tratto.

Gli era mestieri giuocar la partita sino alla vittoria. Il Municipio assunse ogni potere. Al consiglio di guerra veniva aggiunto un comitato di difesa, composto d’uomini coraggiosi e volenti. Le barriere si accrebbero; più numerosi i difenditori; le armi ritolte a’ tedeschi, contrassi si ritorcevano; la polvere, le palle si davano in abbondanza ai battaglieri, poi che gli edifici, ove in gran copia le munizioni erano accatastate» caddero in potere de’ popolani. Si pensò comunicare a que’ di fuori le liete novelle di dentro, e per ciò fare si spedirono palloni volanti che recassero a’ campagnuoli intercettati e agli abitanti de’ paesi vicini i proclami milanesi. L’un d’essi diceva;

«Fratelli! La vittoria è nostra. Il nemico in ritirata limita il suo terreno al castello e ai bastioni. Accorrete; stringiamo una porta tra due fuochi e abbracciamoci».

Ed un altro ancora:

«Noi gittiam dalle mura questo foglio per chiamare tutte le città e tutti i