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164 la natura

657E torni l’acre umor del corpo infetto
Ne le latebre sue, rizzasi quasi
Vacillante pria l’egro, a poco a poco
660Ritorna a’ sensi e l’anima raccoglie.
Se l’alma dunque, afflitta e combattuta
Da tanti morbi e in sì miseri modi,
663Squarciata vien mentre col corpo è unita,
Credi, che fuor del corpo, a l’aere aperto,
Tra ’l furïar del vento esister possa?
666E, già che risanare e a medic’arte
Ceder vediam, qual corpo egro, la mente,
Ciò annunzia, che la mente anche è mortale.
669Chi tenta infatti e a varïar si accinge
L’animo, o piegar d’uno ad altro stato
Qual si voglia altra essenza unqua procura,
672Convien, che ad essa nuove parti aggiunga,
L’ordine cangi, ed alcun che detragga
Ad ogni costo da la somma intera.
675Ma tutto ciò ch’è d’immortal sostanza
Non soffre, nulla gli si aggiunga o tolga,
O de le parti l’ordine si muti:
678Perocchè tutto, che da’ suoi confini
Esca mutato, essenza cangia e muore;
L’animo dunque, o che si ammali, o pieghi,
681Come già s’è mostrato, a medic’arte,
Dà sempre indizj di mortal natura.
Sicchè vediam, che al ragionar fallace