Pagina:La Natura.djvu/171

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libro terzo 171

846Nè sente un altro, che la destra ha monca
Mentre monta a l’assalto e fiero incalza.
Qui un altro, ch’ebbe or or tronca la gamba,
849Rizzar si tenta, mentre a lui da presso
Il moribondo piede agita i diti;
Là un mozzo capo, mentre caldo ancora
852Palpita il busto, al suol viva la faccia
Serba e volge gli aperti occhi, fin tanto
Che l’ultima de l’alma aura non renda.
855Anzi, se t’aggradasse in molte parti
Il lubrico tagliar corpo d’un serpe,
Che la coda lucente agita al sole,
858Saettando la lingua, ogni reciso
Rocchio saltar vedresti e attorcigliarsi,
Sparger di tabe il suol da la recente
861Piaga, mentre qua e là volgesi a dietro
La testa, e cerca con aperta bocca
I brani di sè stesso, onde con fiero
864Morso de la ferita il dolor prema.
Direm però, che ciascun brano ha un’alma?
Ma allora ogni animal molt’alme avrebbe.
867Divisa dunque è l’anima, che sola
Ebbe insieme co ’l corpo; onde egualmente
S’hanno a creder mortali anima e corpo,
870Se in più parti esser ponno ambi divisi.
     Se l’alma in oltre è d’immortal natura,
E s’insinua nel corpo a ognun che nasce,