Pagina:La Natura.djvu/184

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184 la natura

Minor di ciò, che noi teniam per nulla;
Poichè a la morte ognor segue un maggiore
1194Dispergimento di materia, e quando
La fredda pausa de la vita avviene,
Nessun risorge più, nessun si desta.
     1197Se la Natura poi, levando a un tratto
La voce, alcun di noi così sgridasse:
«Qual mai cosa, o mortal, tanto t’importa,
1200Che t’abbandoni a sì soverchio affanno?
Perchè mai del morir lagrimi e gemi?
Se la vita trascorsa avesti a grado,
1203E tutti i beni suoi via del tuo cuore,
Sì come in un forato orcio raccolti,
Non scorsero e perîr senza diletto,
1206Perchè, stolto che sei, come satollo
Conviva de la vita, or non ti parti,
E questa pace senza alcun affanno
1209Rassegnato ne l’animo non prendi?
Se già perì disperso ogni suo bene,
E passa tra’ dolori or la tua vita,
1212Perchè aggiunger vi vuoi ciò che a te sgrato
Disfar si deve e dileguar di nuovo?
Forse meglio non è che in un sol punto
1215A la vita e al dolor tu ponga un fine?
Specularti e inventar nuovi piaceri
Non posso: il mondo è sempre ugual; se il corpo
1218Non ti marcisse mai, se mai per gli anni