Pagina:La Natura.djvu/211

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libro quarto 211

396Si rifletta l’immago, e se la manca
Presenti in questo, in quel si fa diritta,
Poi cangia ancora, e qual fu pria ritorna.
399Anzi, qual sia faccetta abbian gli specchi
Curva a guisa di fianco, ognora a destra
I destri simulacri a noi rimanda,
402O sia perchè da l’una a l’altra spera
Si trasporta l’immagine, ed a noi
Per due volte riflessa indi sen voli,
405O perchè, allor che su lo specchio arriva,
Torcesi a tal, che, da l’obliqua forma
De lo specchio costretta, a noi si volga.
408Sembra oltre ciò, che a par di noi l’immagine
Inceda, fermi il passo, i gesti imíti,
Perchè da quella parte de lo specchio,
411Da cui tu ti allontani, immantinenti
Non può alcun simulacro esser riflesso;
Essendo legge natural, che tutto
414Che respinto è da’ corpi e balza a dietro,
Sempre ad angoli eguali indi ritorni.
     Sfuggon poi gli occhi e d’affisar son schivi
417Troppo splendidi obietti: il Sol ti acceca,
Se troppo contro lui lo sguardo appunti,
Però che grande è la sua possa, e i suoi
420Simulacri, pe ’l chiaro aere vibrati
Con gran forza a l’in giù, feriscon gli occhi,
Ne turbano i tessuti. Un troppo vivo