558Supino e quasi a fior de l’acqua ondeggi.
E quando notte tempo i venti portano
Rari via per lo ciel mucchi di nugole, 561Gli astri splendidi allor fuggir ti sembrano
Contro a’ nembi, e su questi alto discorrere
In parte opposta al corso lor verace. 564Se sotto un occhio poi premi co ’l dito,
Tal senso avvien, che tutto quel che miri
Sotto a lo sguardo tuo doppio diventa: 567Doppio de le lucerne il vivo lume,
Doppj gli arredi de la casa, doppie
Degli uomini le facce e doppj i corpi. 570Quando poi con sopor dolce le membra
Ne avvince il sonno, e in quiete alta riposa
Il corpo tutto, pure allor ne sembra 573Vegliar, muovere il corpo, e in fra la cieca
Notturna ombra veder pensiamo il Sole
E la luce dïurna, in chiusa stanza 576Cielo e mari varcar, fiumi e montagne,
Passar pedestri i campi, e, mentre ovunque
I severi silenzj de la notte 579Siedono intorno, udir suoni e parole
E risponder tacendo. Assai di questi
Fenomeni vediam, che cercan quasi 582Tutta infirmar la fede nostra a’ sensi;
Ma invan, già che in gran parte essi ne ingannano
Pe ’l giudicio che a lor l’animo appone,