Pagina:La Natura.djvu/223

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libro quarto 223

720Rimandin con eguale ordine e forma
Le nostre voci, allor che de’ vaganti
Compagni in traccia, in mezzo a monti opachi,
723Gli smarriti appelliam con alto grido.
Lochi ho pur visti, che sei voci e sette
Rendean per una: così i colli a’ colli
726Respingeano iterando i messi accenti.
Qui fingono i vicini, abbian dimora
I caprìpedi Satiri e le Ninfe;
729Qui affermano, che i Fauni con notturni
Strepiti vaghi e con lieti sollazzi
Rompan la taciturna alta quïete,
732E suoni alzin di cetre e boscherecci
Flauti, che tòcchi da maestre dita
Versan dolci querele: odon da lungi
735Gli agricoltori, e riconoscon Pane,
Quando il semiferin capo velato
Da corone di pino agita, e spesso
738Con labbro adunco i calami patenti
Quinci e quindi percorre, onde non cessino
Di spargere dal sen canto silvestre.
741Portenti altri sì fatti e meraviglie
Narrano, a ciò per caso altri non creda,
Che i solitarj lochi, ove han dimora,
744Sien lasciati da’ Numi in abbandono:
Vantan però questi prodigj, od altri