Pagina:La Natura.djvu/227

Da Wikisource.

libro quarto 227

Denno i pori tra loro esser difformi,
828Esser varie le vie, come diverso
È il tessuto de’ semi, onde son fatti.
Però, quando a talun sembra soave
831Ciò che amaro è per altri, a cui par dolce
Ne’ pori del palato entrar lievissimi
Atomi denno atti a produr quel senso;
834Ma per contrario a chi par dentro acerbo
Lo stesso cibo, aspri ed adunchi semi
Devono al certo penetrar la gola:
837[M.]E in ver, ciò che mostrai più volte innanzi,
Nel sapore del miele ambi son misti.
Or facilmente argomentar da questi
840Gli altri casi potrai: tal, se da febbre
Per travaso di bile altri è sorpreso,
O che l’assalga per cagion diversa
843Altra forza di morbo, in lui ben tosto
Tutto il corpo si turba, e cangian sede
Tutti quanti i principj, onde quei semi,
846Che conveníansi prima al nostro senso,
Or non convengon più; quando quegli altri,
Che posson generare un senso acerbo
849Nel penetrare, or ci si adattan meglio.
     Or su, come l’odor co ’l suo contatto
Mova le nari, tratterò. Bisogna
852Primieramente, che sien molti corpi,
Da cui varia d’odori onda fluente