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360 la natura

Giù disceso dal ciel. Questo, ove in terra
Si rovesci e disciolgasi, un’immane
603Furia vome di turbo e di procella.
Ma, perchè avviene assai di rado, e in terra
Gli devon le montagne esser d’intoppo,
606Su ’l piano ampio de l’onde, ove si schiude
Tanto aspetto di ciel, più spesso è visto.
     Si formano le nubi, allor che molti
609Semi volando in questo spazio eccelso
Del cielo, a un tratto adunansi i più scabri,
Che possano tra lor, ben che da lievi
612More impediti, contenersi avvinti.
Questi forman da pria le tenui nuvole,
Ch’indi fra lor si appigliano, si aggregano,
615Raggruppando s’ingrossano, in balìa
Corron de’ venti, insin che fiera irrompe
La tempesta. Anco avvien, che quanto al cielo
618Il comignol d’un monte è più vicino,
E tanto più costantemente avvolto
Di densa nebbia e d’atre nubi ei fuma:
621Perchè, a pena si formano le nuvole
Sì tenui che non può l’occhio discernerle,
I venti, che le portano, su l’ultime
624Cime de la montagna alto le ammucchiano,
E qui sorgendo in più gran turba insieme,
E addensandosi, alfin si fan visibili,
627E da lo stesso vertice del monte