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396 la natura

Volgere in pro di quelle membra, ognora
Desïose di fresche aure e di freddo.
1572Quindi in gelidi fiumi altri le membra
Dal morbo arse immergea, nel mezzo a l’acque
Lanciando il corpo ignudo, altri parecchi,
1575A bocca aperta accorrendo, precipiti
Giù caddero ne’ pozzi alti, e la sete
Sì inestinguibilmente li cocea,
1578Che, pur tuffando i loro corpi, eguale
Rendeva a poco umor l’ampia corrente.
Nè il morbo avea requie veruna; affranti
1581Giaceano i corpi; in tacita paura
La medic’arte trepidava, quando
[M.]Gli sbarrati occhi ardenti senza sonno
1584Stralunavano gli egri, ed altri assai
Davan segni di morte: da spavento
E da dolor disordinate affatto
1587Le facoltà de l’animo, aggrondato
Il sopracciglio, irto e feroce il volto,
Turbate anche le orecchie e da perenni
1590Zufoli ingombre; faticoso, ardente
O interrotto il respir, madido il collo
E luccicante di sudor; gli sputi
1593Tenui, piccioli, salsi, in croco tinti,
A mala pena da la tosse estratti
Fuor da le rauche fauci; ne le mani
1596Contraevansi i nervi, raggricciavansi