Pagina:La Riviera di San Giulio Orta e Gozzano.djvu/32

Da Wikisource.
28

natura e cielo, l’una per produrre, l’altro per versare in seno a questa Riviera quanto di bello e di grazioso può accogliersi quaggiù a nostro diletto dalla terra. Ma se oggi ricomparissero fra nio, e vedessero le nuove delizie sorte quasi per incanto ad ingemmare le sponde del lago, i sontuosi palazzi che illustrarono ed ingentilirono i nostri paesi, le amene villeggiature che innamorarono di sè i cittadini, e fanno cotanto belli i giorni d’autunno, quali meraviglie dovrebbero scrivere? Non è quarant’anni ed una sola casa campestre stava negletta sulla ripa occidentale in vicinanza alla fontana di S. Giulio, ed accoglieva la famiglia Bellosta detta comunemente del pascolo: ora un aggregato di molte e bene costrutte case atte a varii rami di commercio si ammira da lungi, ed augura a quel luogo la non lontana fortuna di formare un bel paese. Sono graziosi e mirabili i poderetti sulla sponda del Cusio qui protendentisi nel lago con regolari muraglie, là incurvantisi come arco per abbracciare le belle e chiare acque, dove una darsena accoglie la barca e la gondoletta, sotto cui lieta soggiace l’onda o quando si vada ad asciolvere con allegra brigata, o quando si tendano insidie ai pesci; in mezzo a questi ora torreggia un elegante casinetto fra l’ombra delle viti e dei gelsi, ora un promontorio smaltato di fiori, e spartito da ricurve ajuole ridenti per le rubiconde verbene, e per i purpurei leandri. Nè sfuggirà alla vista del viaggiatore la villa del Cav. Gaudenzio Prina ad Imolo, quasi presagio delle maggiori che a lei tengono dietro: giacchè innalzando lo sguardo sulla collina che ci sta a destra mano, apparisce quanto gentile altrettanto bella la villa del Conte Gaspare Roget De Cholex or ora compita; poi i due casini Fortis e Ronchetti, e questo tuttochè in parte solamente costruito ci apprende l’arie maestra di quel forte ingegno dell’Architetto Alessandro Antonelli, delle cui opere il novarese va tanto superbo: poi discendendo per la strada carreggiabile verso Orta1, estatico si rimane e dolcemente sorpreso dall’aspetto magico della villa, che il marchese Natta d’Alfiano di Novara volle innalzare nel

  1. Questa strada fu aperta a spese del Comune di Orta nel 1859, aiutato in parte con sussidio dalla Provincia di Novara.