Pagina:La Riviera di San Giulio Orta e Gozzano.djvu/54

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Anticamente Villa chiamavansi quelle case vicine alla campagna, nelle quali portavansi gli ortaggi: Villa a vehendo quoti vehilla, quod in eam fructus ex arvis convehuntur, così scriveva Varrone. Sul nome di Orta bisticciarono a sazietà gli antichi ed i moderni scrittori. Per nulla rinverga la opinione di Vincenzo Cartario, il quale estima essere stato preso dal nome della Dea Orta, cui gli antichi onoravano di un culto superbioso, quasichè spingesse gli uomini ad operare 1, a similitudine della Dea Stimola rammentata da S. Agostino nella sua Città di Dio, lib. i, cap. 16. Tanto meno può piacere la sentenza di quelli, i quali credettero, che per trovarsi una città così nominata nei dominii pontificii, quel nome alla nostra si dovesse pur anche applicare, perchè nel territorio giurisdizionale e comitale dell’Episcopato Novarese. Se ciò valesse, non sapremmo quali conseguenze si trarrebbero, quando si dirà che appellasi Orta un borgo murato nella nostra provincia Napolitana di Capitanata poco distante dalla destra ripa del Carapelle; che un grosso villaggio non discosto più di sette miglia italiane da Napoli è pur detto Orta, e che di questo medesimo nome esiste un villaggio nell’isola di Corsica, non lontano più di un miglia verso lebeccio dalla città di Bastia. Altri la vollero dagli Orti nominare, e si fanno forti dall’impresa, o dallo stemma che porta; ma non si avveggono, che la spogliano per così fatta supposizione della sua antichità, stantechè nel linguaggio degli Insubri un orto o giardino era invece chiamato brolo, da cui sappiamo essere derivato il nome del Broletto in Milano 2. Io

  1. De imag. Deorum, citato da Bascapè pag. 173.
  2. V. Conte Giulini, tom. II, pag. 171. Anche la greca mitologia mista colla storia eroica, sorgente della gloria e del diletto, apprestò a ciascuno assai facili applicazioni, per le quali ogni leggiera conformità di nome bastò per opera degli eruditi a far rilevare l’origine e la gloria dei paesi e delle città. Ma oramai a tutti è noto, che la in certezza delle etimologie non deve permettere ad alcuno di fondare sovr’esse una storica verità. Perciò oso dire, che senza alcuna buona ragione si volle da certi scrittori nostri derivare il nome di Cesara o da Venere Citerea, o da un certo Cesarione per una sua galante ventura, o dalla famiglia Cicerri rammentata da Orazio, o da Cesare il Dittatore, o da Cicerone oratore romano, o finalmente (non saprei