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CAPITOLO V.


Della Riviera nel tempo delle invasioni dei Barbari.


I. Dopochè per la venuta di Alarico e di Attila, flagelli d’Italia, fu fiaccato il nerbo della potenza imperiale, e invano tentossi da Stilicone e da Ezio colle loro vittorie di rincacciare al di la delle alpi quella bruzaglia di gente indomita e predone, l’ultimo racimolo degli imperatori d’occidente si recise dall’Erule Odoacre già Captiano dei mercenarii militanti in Italia. Romolo Augustolo, poichè Odoacre si impadronì di Roma, affrettassi a deporre le insegne imperiali, ed impetrò la vita dal vincitore, impietosito forse daila bellezza e dalla giovine età di lui. Ebbene anzi nel 476 l’assegnamento di seimila scudi d’oro, il castello di Lucullo tra Napoli e Pozzuoli, e la licenza di vivervi liberamente coi con giunti suoi. Quanto egli vivesse, dove e come morisse non è detto: ma nessuna menzione fu fatta di lui tredici anni dopo, quando venne Teodorico in Italia, e dovevasi pur fare se vivo fosse stato. Sotto il regno di Odoacre i Papi ed i Vescovi Cattolici ricevettero di molti favori, e Vittore Vescovo di Novara succeduto a Simplicio potette ristampare nella città un antico delubro quasi cadente, e dedicarlo al culto del vero Dio, consacrato poscia da Onorato coll’intervento di altri Prelati. Per la venerazione di Odoacre all’autorità ecclesiastica le città della Gallia, che ne dipendevano pur anche nel 476, continuarono a reggersi dai loro Vescovi, finchè furono da lui cedute ai Visigoti. Egli stesso d’alta statura chinò il capo e la persona per entrare nella cella di S. Severino Abate ad ossequiarlo; la Cattedrale di Pavia fu potuta innalzare da S. Epifanio per concessione di lui, ed eleggendosi in Roma dal popolo Papa Felice vi assistette in suo nome Basilio prefetto e patrizio, tuttochè egli Ariano fosse come gli altri più barbari. Calato poi Teodorico re degli Amali o Goti dalle alpi carniche venne all’Isonzo, e quivi per la prima volta, poi sotto Verona incontrato avendo Odoacre venutogli incontro, lo vinse nel 489 e cacciollo fino a Roma già stanca di lui, e