Pagina:La Vita Ai Tempi Eroici Di Persia, Uffizio della Rassegna Nazionale, 1885.djvu/3

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LA VITA AI TEMPI EROICI DI PERSIA.1


Si può dire, senza tema di trovar contradditori, che una delle più care occupazioni di ogni mente eletta che ai nostri giorni si consacra agli studi, si è quella delle ricerche storiche. Anche i nobili studi che s’intraprendono ansiosamente e con tanta pertinacia da giovani ingegni, si vogliono ora condotti con metodo storico, e più fortunato è colui che dopo accurate e minute ricerche può recare innanzi più abbondante messe di fatti. Egli è perciò che da ogni parte si ricercano i documenti delle età passate, se ne fa rivivere la memoria più lontana, si vanno decifrando i monumenti che ne rimangono, e di tutto si fa tesoro, pur di illustrar la vita di intere genti troppo da noi lontane di luogo e di tempo. Ma non di tutte le età ci rimangono monumenti chiari e certi. Molte volte, specialmente per le età più antiche e per quelle che diconsi preistoriche, la ricerca dei fatti procede incerta e lenta, e talvolta è ben necessario che l’acuto e indefesso ricercatore trovi o il fatto o la traccia di esso nel mito e nella leggenda perchè certi usi e costumi e riti tramandati di età in età ci facciano vedere inaspettatamente l’intera vita di remotissime generazioni. Così anche vi furono tempi, là sui primordi della civiltà, tempi ancora della forza, di cui non ci è pervenuto nessun documento storico nel senso più rigoroso di questa parola, ma di cui, in compenso, parlano col loro linguaggio immaginoso i canti ispirali di tanti poeti, intesi a narrare meravigliose imprese e fatti straordinari di Dei e di eroi. In questi canti si deve certamente dar molta parte alla immaginazione fervida e ardente del poeta, ma non è men vero però che vi si trova ancor viva e parlante l’immagine di antichissime età di cui null’altro ci resta; e se il più delle volte, anzi quasi sempre, l’esattezza e la precisione quali lo storico rigoroso domanda, fanno difetto, vi si trova in compenso evidenza tale di rappresentazione da potersi dire di tutti quei poeti quello stesso che fu detto di Omero, che essi cioè furono i primi pittori delle memorie antiche. Essi in-

  1. Lettura fatta al Circolo Filologico di Firenze la sera del 26 Gennaio 1885.