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la capanna dello zio tom


Kentucky e nel Mississipi, son cuori nobili, generosi, ai quali nessun infelice espose mai inutilmente i proprii mali. Ah, buoni fratelli! E potete esiger da noi servigi tali che il vostro onesto e nobil cuore non potrebbe mai ricambiarei, se foste al luogo nostro?

Comunque, se il nostro buon senatore era un delinquente politico, stava per farne una bella espiazione nel corso di quella notte. Pioveva da lungo tempo; il molle ubertoso terreno dell’Ohio è acconcio mirabilmente, come ognun sa, alla fabbricazione del limo, e la strada verso l’Ohio, era una di quelle ferrovie del buon tempo antico.

— «Di grazia, che sorta di strada è questa?» potrebbe chiedere qualche viaggiatore dell’Est uso a connettere l’idea della ferrovia con quella d’un moto equabile e rapidissimo.

Devi dunque sapere, ingenuo viaggiatore dell’Est, che nelle infelici regioni dell’Ovest, dove il fango è di una profondità sublimissima, che le vie sono costrutte di grossi e rozzi tronchi d’albero, disposti traversalmente, e ricoperti di terra e sabbia e materie consimili. Quei del paese godono chiamarle strade, e si provano a cavalcarvi sopra, in poco di tempo la pioggia porta via la terra, disunisce i travi e viene a formarsi una varietà pittoresca di fendimenti, sconnessure e pantano che mal si potrebbe descrivere.

Sopra una strada di cotal fatta il nostro senatore andava facendo le sue riflessioni morali, per quanto le circostanze e le scosse della vettura glielo permettevano: punf! su e giù nella melma! — il senatore, la donna, il fanciullo prendean le più strane e repentine posizioni che si possano imaginare per li inaspettati scoscendimenti delle mote. Alla fin fine la vettura si ferma, e si ode Cudgioe, che dal sedile esterno grida a tutta gola per eccitare i cavalli a proseguire. Dopo inutili e replicati sforzi di cacciarli innanzi, mentre il senatore già stava per perdere la pazienza, la vettura dà un nuovo crollo, le due ruote anteriori si affondano, e il senatore, la donna, il fanciullo si rovesciano alla rinfusa sopra il sedile di fronte; il senatore si sente calcar sugli occhi e sul naso senza gran cerimonia, il cappello, già dispera d’uscirne salvo; il fanciullo strilla, Cudgioe, al di fuori, apostrofa nel modo più veemente i cavalli, che strepitano, si impennano sotto ripetuti colpi di scudiscio. Finalmente la vettura si trae d’impaccio con nuovo slancio; le ruote scorrono, il senatore, la donna, il fanciullo si rimettono al loro posto; il signor Bird si racconcia il cappello; Elisa la cuffia, il fanciullo s’acqueta, e proseguono, rinfrancati, il loro cammino.

Il passo più difficile è superato; le ruote scorrono sulle diverse accidentalità del terreno; e i nostri viaggiatori cominciano a lusingarsi che le cose andranno meglio. Ma ecco che di subito un nuovo rimbalzo li