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la capanna dello zio tom


volontà verso il prossimo;» e sotto essa splendean due occhi, pieni di bontà, di amore, di verecondia; e bastava fissarli per sentire che voi leggevate nel cuore più semplice, più affettuoso, che abbia mai palpitato in petto femminile. Le belle giovani sono state decantate, celebrate le mille volte: perchè nessuno ha mai badato alla bellezza delle vecchie? Chi volesse ispirarsi ad una di queste fisonomie, venga a contemplare la nostra buona amica Rachele Halliday, che siede qui appunto su questa piccola scranna in tentenno. Fosse effetto d’un qualche reuma, preso in gioventù, o affezione asmatica, o contrazione di nervi, questa vecchia sedia scricchiolava, gemeva per poco che la si toccasse: ma quando la buona madre vi si dondolava mollemente, ne usciano suoni così acuti, che, in qualunque altra sedia, sarebbero stati imperdonabili. Ma il vecchio Simeone Halliday avea spesso dichiarato che quel cigolìo avea, per lui, la dolcezza d’una musica; e tutti i fanciulli confessavano che, per nulla al mondo, rinunzierebbero al piacere di sentire scricchiolar la sedia della mamma. E perchè? perchè per il tratto di oltre venti anni, non partiano da quella scranna venerabile, non altrimenti che un pergamo, che consigli amorosi, avvertimenti materni; da quella scranna erano state guarite moltissime infermità d’animo — superate difficoltà spirituali e temporali — e tutto ciò, da una buona donna amorosa; oh, Dio la benedica!

— «Ed hai risoluto di andartene al Canadà, Elisa?» chiese Rachele, mentre tranquillamente disponea le sue pesche nel piatto.

— «Sì, mamma — rispose Elisa risolutamente. — Debbo andarvi; non ardisco fermarmi qui.»

— «E colà giunta, che farai? bisogna pensarvi, figliuola mia.»

Questa parola «figliuola mia» venne naturalmente sulle labbra di Rachele Halliday; poichè tale era la fisonomia di lei, che la parola «madre» era quella che meglio consuonava all’espressioue del suo volto.

Le mani di Elisa tremarono e alcune lacrime le caddero sul lavoro; ma rispose con voce ferma:

— «Qualche cosa farò: spero che troverò a lavorare.»

— «Sai che puoi rimaner qui tutto il tempo che ti piace» disse Rachele.

— «Oh ve ne ringrazio! — esclamò Elisa — ma — soggiunse, accennando Arrigotto — io non posso dormir tranquilla; non trovo requie. La scorsa notte vidi in sogno un uomo che entrava nel cortile» diss’ella singhiozzando.

— «Mia povera figliuola! — disse Rachele, asciugandosi gli occhi; — ma non bisogna aver troppa paura. La Providenza ha disposto per modo, che nessun fuggitivo fu mai colto nel nostro villaggio; e spero che tu non sarai la prima.»