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la capanna dello zio tom


— «È vero: io potrei soscrivere a quanto avete letto.»

— «Or bene, odi il rimanente:»

«Io ho dunque pensato di voler intender questo: ma la cosa mi è paruta molto molesta.

Infino a tanto che sono entrato ne’ santuari di Dio: ed ho considerato il fine di coloro.

Certo tu li metti in isdrucccioli: tu li trabocchi in ruine.

Come sono eglino stati distrutti in un momento? come son venuti meno, e’ sono stati consumati per casi spaventevoli?

Son come un sogno, dopo che l’uom s’è destato: o Signore, quando tu ti sveglierai, tu sprezzerai la loro vana apparenza.

Ma pure io sono stato del continuo teco: tu m’hai preso per la man destra.

Tu mi condurrai per lo tuo consiglio, e poi mi riceverai in gloria.

— Egli m’è buono d’accostarmi a Dio: io ho posta nel Signore Iddio la mia fidanza.»

Queste parole di verità, pronunziate solennemente dal buon vecchio, scesero come una musica sacra al cuore ardente ed amareggiato dell’infelice Giorgio, e appena esalarono, il suo volto raggiava di dolcezza e di sommissione.

— «Se non vi fosse altro mondo che questo — disse Simeone — tu potresti chiedere a buon diritto: Ov’è il Signore? Ma spesso coloro appunto che furono in questa vita più poveri, sono gli eletti da lui al suo regno. Confida in lui, e checchè ti avvenga quaggiù, un dì avrai giustizia altrove.»

Se queste parole fossero state pronunziate da qualche esortatore dalla facile eloquenza, avvezzo ad una vita dolce e senza contrasti, sul cui labbro non sarebbero state che come un fiore di rettorica pia per confortare in qualche modo quelli che soffrono, esse non avrebbero fatto molta impressione; ma dette da un uomo, che tutti i dì s’esponeva ad essere posto in prigione, a pagare un’ammenda per la causa di Dio e degli uomini, avevano una autorità irresistibile, ed ambo i poveri e sconsolati fuggitivi ne sentirono calma e conforto.

Rachele prese affettuosamente per mano Elisa, e la condusse a tavola. Appena furono seduti s’intese a picchiare all’uscio leggermente, ed entrò Rut.

— «Io vengo — ella disse, — per recarvi queste calzettine pel bimbo; sono tre paia in lana, che certo gli terranno caldo. Il clima del Canadà è così freddo!... Coraggio, Elisa!»

E così dicendo girò alle spalle di Elisa, le riuscì a fianco, e le strinse affettuosamente la mano. Quindi diede una focaccia al piccolo Enrico.