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Pagina:La capanna dello zio Tom, 1871.djvu/211

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la capanna dello zio tom


Giorgio balzò addietro; Elisa diè un grido. La palla gli avea rasentato i capelli, e passando vicinissima alla guancia d’Elisa s’era condita nel tronco d’un albero che sorgea dietro a loro.

— «È nulla, Elisa» disse Giorgio tranquillamente.

— «Meglio varrebbe che ti togliessi alla loro vista, anzi che gittare il fiato in vane allocuzioni — disse Finea — sono veri mariuoli.»

— «Pon mente, Gim, se le tue pistole sono in acconcio, ed abbi fissi gli occhi con me a cotesto sentiero. Io farò fuoco sul primo che si affacci; tu avrai cura dei secondo; e così a vicenda pe’ rimanenti. Comprendi bene che non abbiamo a sparare due colpi per un solo assalitore.»

— «Ma se tu per avventura non lo cogliessi?»

— «Non temere; sono sicuro del fatto mio.»

— «Perdio! questo giovine ha un cuore» mormorò Finea tra’ denti.

Frattanto gli assalitori, poichè Marks ebbe tratto il suo colpo, stettero qualche tempo indecisi.

— «Penso che ne abbiate ferito qualcheduno — disse uno tra gli assalitori. — Ho inteso un grido.»

— «Vado ad assicurarmene — soggiunse Loker. - Io dei negri non ebbi mai una paura al mondo: nè l’avrò ora. Animo! chi mi segue?»

E cominciò a salire.

Giorgio intese indistintamente queste parole. Trasse la pistola; l’esaminò attentamente e prese la mira verso quella parte del sentiero ove dovea sbucare chi fosse salito.

Uno de’ più coraggiosi di quella banda seguì Loker: ed essendosi perciò rincorati gli altri, tutti presero ad ascendere sulla rupe; e gli ultimi spingevano innanzi chi stava loro di fronte; con più fretta che questi non avrebbero desiderato. Non sì tosto la vasta mole di Loker si mostrò in cima della rupe sull’orlo del burrone, l’arma di Giorgio scattò. L’assalitore fu côlto in un fianco: tuttavia, benchè ferito, non si ritrasse; ma alzando un mugghio come di toro in furore, si lanciò innanzi, e già piombava in mezzo agli assediati.

— «Amico — disse Finea, facendosi improvvisamente innanzi, e respingendolo con le lunghe sue braccia — tu ci saresti di soverchio.»

Loker rotolò già nel burrone fra’ sterpi, alberi, cespugli e pietre divelte, finchè giacque, tutto pesto e guaiolante, ad una profondità di trenta piedi. La caduta lo avrebbe ucciso, se non fosse stata resa men rapida dai rami d’un albero a cui s’aggrapparono le sue vesti: ad ogni modo ci percosse al fondo più duramente che non avrebbe desiderato.

— «Iddio ci aiuti, son veri diavoli!» gridò Marks, dirigendo la ritirata giù per le rupi con più fretta ch’egli non era salito, mentre tutta quella accozzaglia si precipitava addietro confusamente: tra’ quali specialmente il corpacciuto constabile ansava e sbuffava a tutto potere.