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la capanna dello zio tom


gesti concitati. Miss Ofelia, che mai non l’avea visto in tale stato, conservava un profondo silenzio.

— «Vi protesto — riprese egli, piantandosi dirimpetto alla cugina — che se per cessare finalmente tanta ingiustizia e miseria questo paese si sprofondasse nelle viscere della terra, consentirci di essere con quello inghiottito. Allorquando ne’ miei viaggi io m’abbatteva a certi infami poltroni investiti di autorità legale su uomini, donne e fanciulli, che sovente avevano comprati con denaro rubato, cento volte fui sul punto di imprecare alla mia patria, di maledire la razza umana!»

— «Agostino, Agostino, quest’è troppo! — gridò miss Ofelia; — nulla ho mai udito di simile, anche nei paesi del nord.»

— «Nei paesi del nord! — disse Saint-Clare, che per una metamorfosi improvvisa avea ripresa la sua abituale spensieratezza. — Bah! voi abitanti del nord siete freddi; non sapete, come noi, aprire il labbro ad imprecare, a maledire.»

— «Ma il modo sta nel sapere....»

— «Sì, nel sapere come io mi sia acconciato a tale iniquità.... Mi è facile la risposta: io l’ho avuta in retaggio. I miei schiavi appartenevano al mio padre ed alla mia madre; ed ora appartengono a me con tutta la loro posterità, che non è poco aumento. Mio padre, voi il sapete, era originario della Nuova-Inghilterra; uomo che era il rovescio della medaglia del vostro, un vecchio romano, altiero, energico, dotato di ferrea volontà. Il vostro padre pose la sua dimora nella Nuova-Inghilterra per regnare su scogli e pietre, e rendere fertile il suolo; il mio, invece, venne ad abitare nella Luigiana per governare uomini e donne. Mia madre — a tali parole Saint-Clare alzò con venerazione gli occhi ad un ritratto appeso al muro, — mia madre era un angelo!... non v’offenda questa parola, giacchè voi sapete ciò che voglio dire, certamente ella era mortale; ma per quanto io possa giudicarne, non v’era in lei traccia degli errori e delle debolezze umane. Tutti coloro che l’hanno conosciuta, liberi o schiavi, parenti od amici, sono meco d’accordo in tale asserzione. La mia madre non mi lasciò essere del tutto incredulo: in lei era incarnato il nuovo Testamento, ella era la moralità personificata, un’emancipazione dell’eterna verità. Oh mia madre! Oh mia madre....»

Saint-Clare giunse le mani con trasporto; quindi calmandosi, s’assise sopra di un’ottomana.

— «Mio fratello ed io eravamo gemelli — riprese; — si dice, voi il sapete, che i gemelli si rassomigliano; e nondimeno noi due eravamo una antitesi perfetta. Egli aveva occhi neri, capelli neri, color bruno, un profilo romano notabilmente marcato; i miei occhi invece erano azzurri, bionda la capigliatura, il colore bianco e il profilo greco. Egli era attivo,