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la capanna dello zio tom


tivo arnese. Ho veduto le mille volte questo fatto; quindi sono avversa all’emancipazione.»

— «Ma Tom è così buono, così laborioso.....»

— «Non ho bisogno che mel diciate. Ne ho conosciuto delle centinaia come lui. Sarà buono finchè è sorvegliato, ecco il punto della questione.»

— «Ma riflettete — ricominciò a dire miss Ofelia — che, ponendolo all’asta pubblica, corre pericolo di esser venduto a un tristo padrone.»

— «Oh il grande affare! — disse Maria. — Non accade delle cento volte una che un buono schiavo trovi un cattivo padrone; i padroni, checchè si dica, son buoni generalmente. Io nacqui e crebbi nei paesi del Sud, e non conobbi mai padrone che non trattasse bene i suoi schiavi, bene quanto meritano. Non ho paura alcuna a questo riguardo.»

— «Comunque — riprese miss Ofelia con voce risoluta — io so che una delle intenzioni di vostro marito era quella di dare la libertà a Tom; che era questa una delle promesse da lui fatte alla cara Eva mentre moriva, e non avrei mai creduto che voi poteste dimenticarlo.»

Maria, a queste parole, si coprì la faccia col fazzoletto, cominciò a singhiozzare e a far uso, con molta ansietà, della sua boccetta di odore.

— «Tutti son contro me! — esclamava. — Non mi hanno alcun riguardo. Non mi sarei aspettata mai che sareste venuta a mezzo con queste reminiscenze per conturbarmi; nessuno se ne accorge; e sono cose che so ben io quanto mi straziano! Oh è pur crudele! non aveva che una figliuola e mi fu tolta — un marito che perfettamente mi conveniva, ed è tanto difficile trovar persone che mi convengano — e l’ho perduto! E avete sì poca compassione delle mie afflizioni, che venite sbadatamente a rinnovarmele? — eppure sapete voi pure quanto sono angustiata! Suppongo che lo facciate con buon intendimento; ma veramente senza riguardo!»

E Maria singhiozzava, strepitava, chiamava Mammy perchè aprisse la finestra, che le portasse la sua acqua canforata, le umettasse le tempie, le slacciasse la veste; e nello scompiglio generale che ne sopravvenne, miss Ofelia colse il destro di tornarsene nella propria camera.

Si accorse che non sarebbe venuta mai a capo di niente, perchè Maria avea convulsioni, svenimenti a sua disposizione. Dopo quella scena, ogni qualvolta si facea destramente cenno delle intenzioni di Saint-Clare e di Eva riguardo ai servi, Maria avea sempre l’espediente pronto per troncare il discorso. Quindi miss Ofelia potè convincersi che il miglior partito d’aiutare Tom era quello di scrivere, e scrisse diffatti, una lettera al signor Shelby, esponendogli lo stato delle cose, e sollecitandolo a mandar qualcuno per ricomprarlo.

Al domani, Tom e Adolfo con una mezza dozzina circa di schiavi furono condotti al mercato, per aspettare la convenienza del mercante, che povea comporne un lotto da mettersi all’asta pubblica.