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la capanna dello zio tom


cosa pretendete del suo corpo? È mia intenzione di portarlo via e dargli sepoltura.»

— «Io non vendo i negri morti: seppellitelo pure a vostro comodo.»

— «Fanciulli! — gridò Giorgio con voce imperiosa ad alcuni negri che guardavano il morto — alzatelo, portatelo nella mia vettura, e portatemi una vanga.»

Uno de’ negri andò per la vanga, e due altri aiutarono Giorgio a trasportare il corpo nella vettura. Legrée non s’oppose agli ordini, e continuò ad affettare un’aria d’indifferenza; prese a zufolare fra i denti e seguì Giorgio senza che questi gli indirizzasse pure una parola.

Si tolse il sedile della vettura, per far posto al cadavere, che venne diligentemente avvolto nel mantello che Giorgio vi aveva disteso. Questi ritornò quindi verso il signor Legrée, e con forzata calma gli disse:

— «Non v’ho ancor manifestato il mio pensiero intorno a questo atroce delitto. Il momento non è giunto ancora. Ma il sangue dell’innocente grida vendetta: io farò conoscere quest’assassinio; io vi denunzierò al primo magistrato che si trovi sul mio cammino.»

— «Come vi piace — disse Legrée, facendo scoppiettare le sue dita; — avrei molto gusto, vedendovi alla prova. Dove sono i vostri testimonii? Quali le vostre prove? Coraggio, io vi sfido a metterli in campo.»

Giorgio conobbe la forza della sfida: non eravi un bianco nella piantagione, e in tutti i tribunali del Sud la deposizione d’un negro non vale. Credette per un istante che i cieli avrebbero risposto all’appello, ma i cieli erano muti.

— «Alla fin de’ conti, quanto rumore per un negro morto» disse Legrée.

Questa parola fu come una scintilla lanciata in un magazzino di polvere. La prudenza non fu giammai la virtù caratteristica d’un figlio del Kentucky. Giorgio, portato dalla collera, percosse Legrée al viso, lo gettò a terra, e standogli sopra e menandogli colpi, poteva essere paragonato al santo del suo nome, vincitore del drago.

V’hanno certuni per cui è un bene l’essere percossi, giacchè tosto concepiscono profondo rispetto per chi ha loro fatto mordere il terreno. Legrée era di questo numero; vile non men che crudele, vide allontanarsi il calesse senza dir parola, senza aver il coraggio di protestare contro il cattivo trattamento di cui era stato vittima.

Giorgio aveva notato, al di là dei limiti della piantagione, un monticello di sabbia ombrato da alcuni alberi.

Quivi scavarono la fossa.

— «Padrone, è mestier tor via il mantello?» dissero i negri quando fu scavata la tomba.