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la capanna dello zio tom


parola. Ciò ch’io aveva preveduto avvenne pur troppo! l’hanno venduto, l’hanno assassinato in quelle maledette piantagioni del Sud!»

Cloe si volgea per uscire. La signora Shelby la seguì, la prese affettuosamente per mano, la fece sedere, e le si pose a fianco.

— «Mia cara, mia povera Cloe!»

Cloe chinò la testa sulla spalla della sua padrona, e con voce soffocata da’ singhiozzi, disse: «O signora! scusatemi... sento che il cuore mi si spezza...»

— «Comprendo il vostro dolore, o Cloe! e non posso darvi conforto: ma volgetevi a Dio; egli consola ogni affanno più profondo!»

Per alcuni istanti tutti stettero muti, e piangevano. Quindi Giorgio Shelby prese a raccontare con eloquente semplicità il glorioso martirio di Tom, di cui ripetè commosso le ultime parole.

Un mese dipoi tutti gli schiavi che appartenevano alla casa Shelby si accoglievano in una gran sala per udire una comunicazione che avea a fare ad essi il loro giovine padrone.

Non è a dire qual fosse la sorpresa di tutti allorchè egli apparve tra loro tenendo in mano un gran fascio di carte, che contenevano un certificato di liberazione da schiavitù per ciascun d’essi; i quali certificati egli lesse successivamente, e presentò tra le lagrime e le acclamazioni di quanti erano presenti.

Molti nondimeno tra loro lo scongiurarono, stringendosigli intorno, che non li volesse licenziare; e con atti di manifesta ansietà, gli porgevano il certificato acciocchè lo si ritogliesse.

— «No, noi non abbiamo bisogno d’una libertà maggiore di quella che godiamo. Nulla ci manca di quello che desideriamo. Non vogliamo abbandonare il nostro antico soggiorno, la nostra padrona, il nostro giovine signore.»

— «Miei buoni amici — disse Giorgio, tostochè egli potè ottenere il silenzio — non è necessario che mi abbandoniate: la coltura delle mie terre richiede le stesse braccia che per lo avanti: abbiamo sempre gli stessi bisogni: ma da quest’istante voi siete liberi. Vi pagherò la dovuta mercede secondo le convenzioni che faremo tra noi. Ne avrete quest’utile, che se per isventura io m’indebitassi, o, ciò che può accadere quando meno si pensa, venissi a morte, voi non avrete a temere d’essere dispersi o venduti. Io porrò ogni mia cura ad insegnarvi in qual modo voi dovete usare de’ nuovi diritti a cui vi ho chiamati. Spero che non ricuserete d’accogliere le mie lezioni e profittarne, e che vi condurrete come s’addice ad onest’uomini. Ed ora, amici, levate lo sguardo al cielo, e benedite a Dio della libertà che vi è concessa!»

Un negro patriarcale, già molto innanzi negli anni, ch’era incanutito