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la capanna dello zio tom



— «A proposito, Arturo, chi era quello sgarbato signore che quest’oggi pranzò con noi?»

— «Si chiama Haley» rispose Shelby, dimenandosi con qualche impazienza sopra la sedia, e tenendo pur sempre gli occhi sopra una lettera.

— «Haley! Chi è mai desso? che ha a fare con noi?»

— «Ebbi a trattare con lui qualche affare, nella gita che feci a Natchez» rispose Shelby.

— «E, senza altro complimento, si fe’ lecite introdursi in casa nostra, invitarsi e mettersi a tavola?»

— «Son io che l’ho invitato — disse Shelby; — doveva acconciar con lui qualche conto.»

— «È un mercante di negri?» chiese la signora Shelby, la quale avea notato un qualche imbarazzo nei modi del marito.

— «Chi ha potuto ficcarti in capo una tale idea, cara mia?» disse Shelby, levando gli occhi verso la moglie.

— «Nessuno; se non che Elisa venne sù, dopo pranzo, agitata, esterrefatta per dirmi che stavi conversando con un mercante di neri, sì che avea inteso come quegli ti proponesse di vendergli il suo bambino; ridicolaggini!»

— «Ti riferì queste cose?» domandò Shelby ripigliando la lettera che parve leggesse attentamente per alcuni momenti, senza avvedersi che la teneva a rovescio.

— «Alla fin fine bisognerà confessarlo; — disse fra sè e sè; — tanto vale dirlo subito.»

— «Risposi a Elisa — riprese la signora Shelby continuando a pettinarsi — che la era una pazzerella per attristarsi di ciò, e che tu non avesti mai che fare con simil razza di gente. So che non hai intenzione di vendere alcun nero, specialmente a colui.»

— «Emilia! ben ti apponevi — disse Shelby; — ho sempre pensato e parlato così; ma ora lo stato de’ nostri affari è tale che, per uscirne, dovrò venderne qualcuno.»

— «A quell’uomo? non è possibile, tu non parli da senno.»

— «Mi duole — riprese Shelby — doverti dire che non ischerzo; ho convenuto di vender Tom.»

— «Come! — esclamò la signora; — il nostro Tom? quella buona, quell’eccellente creatura, che fin dall’infanzia fu sempre in questa casa il servo più fedele? O Shelby! e gli avevi promessa la libertà; tu ed io gliene abbiamo parlato le mille volte. Or bene, da qui in poi non ci sarà cosa ch’io tenga incredibile. Ora posso ben temere che abbi cuore di vendere Arrigotto, l’unico figliuoletto della povera Elisa!» disse la signora tra l’accorato e il dispettoso.