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la capanna dello zio tom


— «Dio sia lodato, se non è morta! — disse ella — ma ora dove è la povera figliuola?»

— «Dio saprà provvederle — - disse Samuele alzando piamente gli occhi. — Come disse sempre, e come la nostra padrona ci ha sempre insegnato, vi è, certo, una Providenza. Dio trova sempre un istrumento perchè sia fatta la sua volontà; difatti, se non era io, Elisa sarebbe stata presa le dieci volte. Non ho fatto, stamane, fuggire i cavalli, non ho impedito che fossero presi sino all’ora del pranzo? Non ho indotto stasera Haley a camminare cinque miglia fuori di strada? Sarebbe piombato sopra Elisa non meno facilmente che un molosso sopra un raccoon. Tutti questi sono atti della Providenza.»

— «Sono tutti atti della Providenza, che tu, mastro Samuele, avresti potuto risparmiare. Non permetto che si trattino in tal modo i signori che ricevo in casa mia» disse Shelby con tutta quella apparenza di severità che in tali circostanze potea mostrare.

Con un negro non è facile il dissimulare più che nol sarebbe con un fanciullo, penetrano amendue istintivamente il vero stato della cosa, mentre studii in mille guise dar loro ad intendere il contrario. Quindi Samuele, tutto che assumesse un’aria di dolorosa compunzione, e torcesse gli angoli della bocca con una smorfia da penitente, non fu punto sconcertato da quel rabbuffo.

— «Il padrone ha ragione, perfettamente ragione; ebbi torto; non vi è nulla a ridire; e per conseguenza il padrone e la padrona non possono approvare la mia condotta. Me ne duole di cuore; ma un povero negro, come son io, e tentato qualche volta di operar male, quando gli avviene incontrare persone della stampa del signor Haley; egli non è un gentiluomo; coloro che sono stati educati come me, se ne accorgeranno al primo sguardo.»

— «Va bene, Samuele — riprese la signora Shelby — che tu senta d’aver mancato; ora vanne, e di’ a zia Cloe ti dia un pezzo di quel presciutto che quest’oggi avanzò dal pranzo. Tu ed Andrea dovete aver buon appetito.»

— «La signora è troppo buona con noi» disse Samuele; fece un inchino col capo e scomparve.

Il lettore si sarà accorto che mastro Samuele, come poco anzi accennammo, era dotato dalla natura d’un ingegno, per cui, nella vita politica, avrebbe potuto innalzarsi ad un grado eminente; l’ingegno di mettere a suo vantaggio ogni circostanza, di farla riuscire a sua lode e gloria principale. Dopo aver affettata religione e umiltà, con soddisfazione, come egli si lusingava, della sala, si ficcò bizzarramente in testa il suo cappello di paglia, e corse nei dominii di zia Cloe con intenzione di compensarsi largamente in cucina.