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la capanna dello zio tom
Samuele, vedendo che l’udienza raccoglieva le sue parole a bocca aperta, non potea a meno di proseguire.
«Questa virtù della perseveranza, negrotti amici miei — disse Samuele con piglio di chi entra in un astruso argomento — è cosa che non tutti sanno comprendere. Quando vedete che un compagno si appiglia per un giorno, per una notte, ad un partito, e domani al contrario, dite (ed è ben naturale) che egli non è conseguente a se stesso. Porgimi quel pezzo, di torta, Andrea. Ma guardiamoci ben addentro. Spero che le signorie loro e il bel sesso vorranno scusarmi se mi servo di un paragone un po’ triviale. Mi provo a salire sopra un fenile; appoggio da una parte la scala; non arriva; non ritento la prova, ma vado ad appoggiarla da un’altra parte. Manco io forse di perseveranza? sono perseverante nell’appoggiar la scala ove ella arriva; non è vero?»
— «Sì, è questa l’unica cosa in cui siete perseverante, Dio il sa!» gridò indispettita zia Cloe, cui il tripudio di quella sera tornava presso a poco come aceto sul nitro, per servirmi di un paragone della Bibbia.
— «Sì, sì! disse Samuele — levandosi da sedere, satollo di cibo, di gloria abbastanza per venire ad una conclusione. Sì, miei compagni e signore dell’altro sesso in generale, ho principii; mi vanto di averne; cosa rara a’ dì nostri, anzi in tutti i tempi. Ho principii, e sto attaccato come gomma a quanto tengo per un principio. Sono disposto a lasciarmi abbruciare vivo, a versare goccia a goccia il mio sangue per i miei principii, per il mio paese, per li interessi generali della società.»
— «Benissimo — disse zia Cloe — uno dei vostri principii dovrebbe esser quello di andarvene immediatamente a letto e di non svegliare troppo per tempo i vicini. Ora, ognun di voi, giovanotti, se ne vada, per il suo meglio, via di qua.»
— «Negrotti! — esclamò Samuele, scuotendo, con sembiante amorevole, il suo cappello di paglia; — vi do la mia benedizione; andatevene a letto, e siate bravi ragazzi.»
E dopo questa patetica benedizione, l’assemblea si disciolse.
CAPO IX.
In cui si dimostra che un senatore è anch’esso un uomo.
Il chiaro d’un buon fuoco riverberava sugli arredi e sul tappeto di una sala magnifica, scintillava sugli orli indorati delle tazze e sulla ben polita