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La seconda linea allora non prova ritardi, nè impedimenti per farsi avanti; e con tali intervalli se uno o più squadroni fossero battuti, non ne consegue che lo siano anche gli altri che non fanno corpo con esso. Uno o due squadroni intatti, con una rapida conversione sul fianco del nimico vittorioso, possono e debbono arrestarlo ne’ suoi successi, salvare il resto della linea, e dargli tempo a rimettersi, cosa che non si potrebbe con una linea ad intervallo di regolamento.

Con grandi intervalli s’accelera la ritirata dei foraggieri in modo che più presto resta scoperta la fronte della linea, nè v' è a temere che il nimico ne profitti per gittarvisi in mezzo ed assalire di fianco gli squadroni, perchè in questo caso esporrebbe anch’egli il fianco alla seconda linea. Nei movimenti di ritirata si può anche trar partito da un terreno tramezzato da ostacoli, per guadagnar tempo e far mostra d’aver forze considerevoli ed accrescere l’illusione; per esempio, quando il centro d’una linea si trova coperto da un’altura, il nimico può credere che l’intervallo dietro, tra le due estremità visibili, sia egualmente occupato.

La cavalleria russa il 4 settembre 1812 trovandosi in una posizione di questo genere, squadronò in questo modo e fece apparire numerosissime le sue linee. Un terreno frastagliato e coperto impediva vederci dentro in ogni parte, e le linee si perdevano così dapertutto dietro alture o boschi.

La cavalleria francese che raccolta in grosse masse sotto Murat marciava sempre in capo dell’esercito, fu obbligata fermarsi parecchie ore per aspettare l’arrivo del 1o corpo comandato dal maresciallo Davoust, e sinchè fosse compiuta la ricognizione.

In quel mezzo perdè di vista quel tanto che poteva vedere delle linee russe, e quando andò innanzi non trovò più nulla.

I grandi intervalli adunque giovano, specialmente nelle ritirate, e in un terreno tramezzato e coperto possono pure ingrandirsi con evidente vantaggio.

Una prima linea, che sia stata costretta riordinarsi dietro alla seconda, lo farebbe dirimpetto e dietro a’ suoi intervalli,