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La calzatura consista in due paia scarpe con un paio gambali di cuoio a uosa fermati esternamente. Cotesto gambale a uosa rimpiazzerebbe gli stivali sempre incomodi per adattarsi al carico; dà più garbo alla gamba allorchè è ben fatto, e non ne ha gl’inconvenienti nelle marcie a piedi. — Il secondo paio di scarpe sarebbe sempre più leggiero degli stivalini, e s’adatterebbe con facilità sul carico, mettendone una per ogni saccoccia all’arco anteriore della sella, essendo indispensabile che il cavaliere abbia doppia calzatura.

I guanti di pelle bianca scamosciata avrebbero la manopola in cuoio nero, che s’unirebbe al guanto mediante una catenella in acciaio bruciato all’estremità inferiore, avente in ogni parte un fermaglio invece del bottone, e così la mano della briglia, che è sempre scopo ai colpi di un cavaliere esperto, sarebbe meglio preservata.

La cintura della sciabola, co’ suoi pendagli in corame nero, fissata agli anelli, sarebbe fermata a vita con fibbia ad ardiglione, cucita alla sinistra, affinchè il cavaliere la possa mettere come più gli aggrada, senza aver d’uopo di far prima scorrere il riscontro.

In marcia o in campagna, aggravato dal peso della pistola a rivolta e sua taschetta, potrebbe anche portarsi sulla fascia, per allontanarne dall’addome il contatto, sempre faticoso dopo qualche tempo.

La dragona sarebbe ugualmente in corame nero, ad eccezione dei sottuffiziali, a cui si darebbe in seta torchina, con girello e passante in oro.

Il pastrano di panno color grigio sia più lungo dell’attuale; abbia due saccoccie a vita; una sul petto al didentro, e scenda dritto dinanzi. Le pieghe formate a cinta dalla sua ampiezza siano raccolte dietro da un fermaglio dell’istesso panno, che le contenga tra due bottoni. Le maniche ed il bavero mobile siano in guttaperca grigia, per l’uniformità del colore, e perchè nelle lunghe marcie alla pioggia adempie meglio al suo ufficio di guarentire dall’acqua; presenti rotolato minor volume; e in tenuta di città, quando s’indossa