Pagina:La coltivazione degli olivi.djvu/73

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62 degli ulivi

280Entro l’accoglia a piè del verde ulivo.
Nè di troppo discosto si collôchi
Alle radici, poiché molto indarno
Si perderia dell’alimento, e tratti
Sariano altrove senza modo i sughi;
285Nè a contatto del tronco, e delle barbe
Lo spargerai, che del fermento invece
Generatore, la funesta e tetra
Putredine si crea, che incende e rode
Lo stipite gentile, e l’aere attrista.
290Come più esausto è l’albero di sughi
Quando il frutto matura, in cui ricorre
Ogni benigno umor, che per la terra
Feltrato, e pe le barbe in se riceve,
E siccome l’autunno a fin matura
295Le pingui olive, allor pur anco è duopo
Ricrear di concime ogni sua parte
Rispondendo con grato animo al dolce
Beneficio del frutto. Orrida peste
E tra le furie la peggior, che il tristo
300Abisso chiude, e scellerato mostro
L’ingratitudin sozza il mondo estima;
Le verdi ispide chiome a questa avvinghiano
Velenosi serpenti, e se dal chiuso
Esce dolente a riveder le stelle
305Per tutto un pianto si diffonde, un tetro