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Categorici e infrangibili sono i rapporti che legano gli o:
•gallismi con l’ambiente; categorici perchè l’organismo, per 1
sua stessa natura di vivente, è necessariamente sottoposto i
fattori che d’ogni intornp lo circondano e lo premono, e <
conseguenza deve essere strutturalmente e funzionalmente o:
gauato in modo da armonizzarsi con quelli; infrangibili pe:
che l’organismo, in quanto è un vivente, dipende dai fattoi
ambientali per il suo sostentamento, per la sua difesa, per 1
sua efficienza vitale.
Questa legge biologica universale, che regge la vita di tut
gli organismi, si applica evidentemente anche alla specie umi
na, di guisa che ciascuna razza possiede un suo tipico con
plesso anatomico e fisiologico pienamente rispondente a que
le che sono le esigenze che le vengono imposte dall’ambienl
in cui vive. Tuttavia l’organismo umano ha, in confronto i
quello di molti altri viventi, una più grande plasticità e un
adattabilità 'maggiore, cosicché è in grado di trasferirsi, senz
grave danno, in ambienti parecchio diversi; può più facilmei
te inquadrarsi nelle più differenti contingenze, sia in forza di
questa sua naturale plasticità, sia per il fatto che con la sua
intelligenza riesce a creare intorno a sè artificialmente un complesso di condizioni pienamente intonate alle sue inderogabili
necessità di esistenza.
Questa azione modellatrice e selettrice esercitata dall’ambiente sulla morfofisiologia dell’uomo si estrinseca in maniera
tale da essere del tutto consona a quelle veramente profonde differenze organiche che distinguono le grandi razze fra di -loro:
tuttavia quando dalle grandi razze si passa ai gruppi minori
questa azione, anziché solo armonizzarsi con le caratteristiche
che sono proprie a ciascuna di esse, si fà più accentuata e più
impellente, così da contribuire a veramente modellare i gruppi
minori.
Cosicché se meno profonde sono, entrò l’ambito delle grandi
razze, le differenze somatiche che caratterizzano i singoli gruppi, e se spesso si trovano frammisti in uno stesso gruppo caratteri morfologici alquanto diversi e qualche volta, anzi, comuni a gruppi vicini, marcatissima è sempre, di contro, la
differenziazione psichica, che è la più tipica espressione di
razza.
L’Italia, circondata quasi per intiero dal mare, recinta a
settentrione da un’alta cerchia di monti, percorsa per tutta la
sua lunghezza dalla catena appennina, solcata da innumeri
fiumi, mostra già nella sua struttura fisica le caratteristiche
di un profondo dinamismo, l’impronta accentuatissima di un
movimento generale.
Il mare sempre mutevole e eternamente mosso; la montagna frastagliata, rotta, proiettata superbamente Aerso il cielo;
il flusso delle acque impetuose o gorgoglianti giù dalle alte
valli verso la piana, esercitano sulla nostra psiche un’azione -
plasmatrice di capitale importanza, provocano uno stato dinamico parallelo nell'uomo, stimolano inconsciamente, ma profondamente, quello spirito di attività, di combattività, di conquista, che è caratteristico dell’italiano.
Le sterminate pianure dell’Europa orientale, dell’Asia, dell’Africa o delle Americhe, piatte, uniformi, monotone, danno
l’imagine della stasi, di quell’infinito immobile che preclude,
per il latto stesso della sua incommensurabilità, ogni possibilità di mutamenti e di reazioni, per cui provoca nella psiche
dell'uomo il senso della nullità del proprio io, dell’inutilità di"'
un’attività intensamente fattiva, donde deriva quel profondo
senso di fatalismo, di abulia, che caratterizza per lo più le genti
di quelle terre e ne fà dei popoli* in generale, profondamente
passivi. . .
Di contro il terreno rotto, elevato, continuamente diverso,
che esprime nella rudezza delle sue pieghe, delle sue cime, dei
suoi rilievi, l’espressione di profonde attività endogene, di
vasti sommovimenti, di lotte gigantesche e rinnovatrici; il
ritmo delle acque dei fiumi, che sembra additi la necessità di
seguirne la corsa verso le piane ubertose; il movimento irrequieto, perenne, possente del mare, che sintetizza è sublima il
senso del mutevole, dell’incalzante, dell’ignoto, provocano nell’animo umano quel profondo spirito di dinamismo, di necessità di vincere gli ostacoli, di dominare con la propria forza
le forze della natura, di scrutarne tutti gli aspetti, di vedere
sempre più lontano, di foggiarsi un corpo ed una mente modellati su quello stesso piano di movimento e di forza. ,
Tale è appunto l’italiano, saldo e ferrigno come le sue montagne volitivo e ardito come le cime che svettano verso il
cielo; ardimentoso e ansioso di nuove vie come gli additano
i corsi dei suoi fiumi e gli orizzonti del suo mare; plastico
nelle sue capacità intellettive e fattive come richiedono aspetti
naturali co3Ì mutevoli e così differenti; duttile come gli im*
pongono le necessità della vita dura, che deve svolgersi ora
sul monte ed ora sul piano, ora fra le nevi ed ora sul mare.
Donde quelle caratteristiche perfettamente tipiche ed esclusive della razza italiana: della resistenza e dell’amore al lavoro, della possibilità di impossessarsi di qualunque tecnica
e di svolgere le attività più diverse, di concepire la vita dura
come la vera vita, la vita quale è imposta dalle condizioni
naturali ambientali. -
Ma su questa natura fisica già così variamente modellata e
così polimorfa, si dispiega tutta la vita • vegetale, stupenda,
multiforme, policroma.
Non il paesaggio uniforme; non la foresta equatoriale verde. uniformemente, esasperatamente verde; non la tundra
piantata di alberi tutti eguali, dalle foglie glauche e dai pallidi tronchi; non ha steppa ricoperta di sterpaglia e appena
punteggiata di arbusti contorti è meschini; ma una polifonia
di forme vegetali e di colori diversi, dai boschi di conifere dai
tronchi rosseggianti e dalle foglie verde-cupo, agli oliveti argentati; dai boschi di quercie, di lecci, di elei, alle praterie