Pagina:La difesa della razza, n.1, Tumminelli, Roma 1938.djvu/35

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III sec. a. C. - Figura femminile proveniente dagli scavi d’Orvieto

matrimonio tra gli epilettici, gli alcoolizzati, i tubercolotici, ben sapendo le deleterie conseguenze che ciò avrebbe avuto sulla discendenza, e ciò per non citare che alcune delle numerose norme che a tal riguardo esistevano presso detto popolo.

L’influenza inoltre dell’ereditarietà era già ben conosciuta perfino da Ippocrate che sosteneva «se infatti da un flemmatico, nasce un flemmatico, da un bilioso un bilioso, ecc., perchè le malattie onde la madre ed il padre sono affetti non devono essere trasmesse ai discendenti?».

Da questi brevi e superficiali accenni si vede quindi come il razzismo, anche se la parola è di nuovo conio, trovi iuvece ’ le sue radici in tempi molto remoti; e come ora sia specialmente praticato proprio da coloro che di tale parola si scandalizzano.

Per quello che può riguardare razze diverse dalla nostra la parola razzismo non deve suonare come una minaccia, nessuno toglierà loro il diritto di riprodursi e di vantare la loro pretesa superiorità sul resto dell’umanità: si domanda semplicemente, e che dalla domanda non si passi all’imposizione dipende unicamente da loro, che ci lascino fare e che ci evitino dei miscugli indesiderati e che in fondo anche gran parte di loro non hanno mostrato gradire.

Quale è ora il compito della Medicina in tutto ciò? Così come l’antropologia e le altre branche nei loro singoli campi, così anche la Medicina deve indicare da un punto di vista biologico e clinico i vantaggi e gli svantaggi dei vari tipi di incroci tra elementi di razza diversi, e fra individui di una stessa razza t-e tarati. E’ augurabile perciò che alcuni concetti a tal riguardo fondamentali acquistino nella gran massa dei medici e dei biologi una importanza ed una immediatezza maggiore di quanto oggi non abbiano, e che pur procedendosi in ogni conclusione pratica con la maggiore prudenza e con la maggiore imparzialità, ugualmente non ci si ritragga davanti a conclusioni che debbono giovare alla sanità della nostra razza.

Le stesse qualità spirituali di un popolo, che sono la garanzia del suo destino futuro, riposano in gran parte sulle sue qualità fisiche,secondo l’antico detto «mens sana in corpore sano». . .

II compito della Medicina è quindi fondamentale in quell’opera di elevazione della razza alla quale accennava il Duce già oltre un decennio fa quando nel suo discorso per il settimo annuale della fondazione dei Fasci così si espresse «se mi riuscirà e-se riuscirà al Fascismo di sagomare così come io voglio il carattere degli Italiani, state tranquilli, certi e sicuri che quando la ruota del destino passerà a portata dele nostre mani noi saremo pronti ad afferrarla ed a piegarla alla nostra volontà».

Dott. LEONE FRANZI’
Assistente nella Clinica Pediatrica
della R. Università di Milano



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