Pagina:La donna in faccia al progetto del nuovo codice civile italiano.djvu/13

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ministro, e venir d’accordo con lui quando, considerando il matrimonio come istituzione sociale, in quanto è fondamento della famiglia, epperò nido dell’umanità, lo chiama a dipendere dallo Stato ed a ricevere da lui la legale sanzione. Questo fatto, preparando lo Stato all'emancipazione da una religione dominante, che è un’implicita depressione dei culti tollerati e che trae dietro a sè privilegi per il culto dominatore, obbedisce perfettamente al principio della libertà di coscienza, sì altamente reclamata dalla filosofia.

1Non meno è da applaudirsi il progetto per l’abolizione dell’atto rispettoso, che, come tutti i mezzi termini, aveva il merito di abbuiare gli estremi della tesi senza conciliarli, epperò oscurando i confini dell’autorità parentale e della libertà personale, le poneva in conflitto, non determinando poscia la situazione che colla totale soppressione della seconda, o col disprezzo della prima.

2Quando però giungiamo alla patria potestà, cominciano a sentirsi le ispirazioni del mondo antico. La donna, che ha oggidì affermata la sua capacità ed occupa di fatto un posto autorevole

  1. Relazione del Ministro. — Abolizione dell’atto rispettoso.
  2. Art. 194. Durante il matrimonio dei genitori, il figlio è soggetto alla loro podestà fino alla maggiore età od all’emancipazione.
    Tale potestà è esercitala dal solo padre; ov’egli non possa esercitarla, dalla madre.