Pagina:La donna in faccia al progetto del nuovo codice civile italiano.djvu/20

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filosofi e giuristi videro incompatibilità fra le cure famigliari ed un’altra funzione qualunque) è quella altresì il cui marito, non che avere agio di attendere a quegli affari d’ordine civile che come a capo della società domestica gl’incombono, è vincolato all’assiduo esercizio d’un’arte, d’una professione, o d’una gestione, all’urgente disimpegno delle quali non può in nessun modo anteporre i suoi privati interessi.

Sintetizzando, in tutta la scala sociale, in regola generale, la donna è occupata al par dell’uomo, e dove no, lo è meno; e questo è lo stato vero e concreto delle cose per chiunque degni porvi mente, sicchè l’esclusione della donna da una professione qualunque, per riguardo alle cure domestiche, è più speciosa iperbole che non esatta apprezziazione delle cose. E ben fu capito ciò in America ed in Inghilterra, dove è libero alla donna, che sente avere tempo, opportunità ed attitudini, di darsi ad equivalente funzione, senza che l’ordine sociale ne venga per nulla affatto capovolto, nè rotto fra i due sessi quell’equilibrio, del quale fu tanto sollecito il sig. Gabba, e che è un vero squilibrio per chiunque ha fior di giustizia e capisce come i fatti strozzino dovunque, appena nati, gli egoisti teoremi.

Abbandonandomi un momento ad una digressione, a cui c’invita il concetto dell’onorevole ministro, non convenire alla donna pubblico ufficio, non posso a meno d’insistere, invece, sulla necessità di aprirle le pubbliche funzioni, negli