Pagina:La donna in faccia al progetto del nuovo codice civile italiano.djvu/22

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tenerla; nubile, o riceve elemosina dai parenti o muore di fame, insieme alla vedova che non ha ottenuto pensione. Se è maltrattata, umiliata, vessata dal padre, dal marito, dai parenti, sui quali trovasi con indicibile offesa dell’umana dignità peso perpetuo, ella non potrà togliersene in alcun modo. Sì, niun modo per lei di vivere di un lavoro, che non ferisca o la morale, o la dignità, o le abitudini di una vita agiata e civile. — Che se questi onerosi appoggi le mancano, allora poi sarà la moglie di un’alto funzionario, che ebbe comuni col consorte gli agi e gli onori e che si riduce a prestare opera servile per isfamarsi. Sarà la figlia d’un egregio professionista, che ebbe colta ed ornata educazione, e che dovrà umiliarsi a chiunque per avere un lavoro d’assidua applicazione e di infima retribuzione. Sarà una moglie che, obligata ad alimentar la famiglia da dovere naturale e giuridico durante l’impotenza d’un consorte o infermo, o carcerato, o disimpiegato, o indolente, o vizioso, non trova un lavoro corrispondente nè alla classe sociale a cui appartiene, nè al molto bisogno della famiglia.

Ecco le condizioni reali e positive create alla donna dai pregiudizii: ecco l'infelicità e la miseria, che le assegnano per sua porzione quelle leggi, che pretendono sollecitarsi di lei, e dicono d’opprimerla per suo bene! Non altrimenti, nei passati secoli, il Sant’Ufficio pretendeva di salvare le anime torturando i corpi!