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Pagina:La donna nel pensiero dei pedagogisti.djvu/27

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E il Castiglioni chiude la contesa con parole di perfetto gentiluomo, quale egli era: «Chi non sa che senza le donne sentir non si può contento e satisfazione alcuna in tutta questa nostra vita, la quale senza essa saria rustica e priva d’ogni dolcezza e più aspera che quella dell’alpestre fiera?

Chi non sa che le donne solo levano dai nostri cuori tutti li vili e bassi pensieri, gli affanni, le miserie, e quelle torbide tristezze che così spesso loro sono compagne? E se vorremo ben considerare il vero conosceremo ancora che circa le cognizioni delle cose grandi non deviano gli ingegni, anzi li svegliano, ed alla guerra fanno gli omeni senza paura, ed arditi sopra modo ed ispirano i poeti».

Rare volte la donna ha suscitato nemmeno nella mente dei poeti pensieri più gentili di questi.

Non certo in quella di Jacopo Sadoleto, che ci par quasi impossibile abbia avuto cuor sensibile e buono, come dice la storia, se pensò di sottrarre i fanciulli dall’educazione delle madri, perchè «Le madri», scriveva, «e quasi tutte le donne, sono troppo indulgenti e danno ai fanciulli tutto ciò che a loro piace e più ancora ne corrompono i costumi. Infatti», egli prosegue, «se Cambise riuscì tanto diverso da Ciro, fu perchè affidato alle donne venne mollemente educato».

Oh! ma è l’indulgenza cieca che guasta il bimbo, non quella illuminata che lo rende lieto, lo incoraggia a sostenere le prime battaglie della vita,