Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/240

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su un fianco. I giallàba al rumoroso scoppio saltarono in piedi colle armi in pugno, credendo d’aver a che fare cogli Abù-Ròf.

— All’erta! gridò Fathma caricando prontamente l’arma.

— Che accadde? chiesero i giallàba accorrendo presso di lei.

— Tutti nella zeribak! comandò Omar.

I cavalli nitrivano di spavento, scalpitavano e saltellavano cercando spezzare i legami e al di fuori i leoni ruggivano con furore e minacciavano di varcare le cadenti barriere del recinto.

I giallàba, perduto il loro sangue freddo, si precipitarono confusamente nella zeribak cercando di salire sui cavalli per darsi alla fuga. Fathma si gettò in mezzo a loro colla carabina spianata.

— Fermi tutti! gridò ella. Chi si muove è uomo morto!

Nuovi leoni erano comparsi dietro alla zeribak e tagliavano la ritirata. La pianura s’empì di ruggiti formidabili, che crescevano ad ogni istante d’intensità e ai quali facevano eco le smodate e lugubri urla dei sciacalli.

— Attenzione! gridò ad un tratto Omar, dominando colla tonante sua voce quello spaventevole baccano.

Due leoni, i più grossi e forse i più affamati della banda, s’avanzavano verso la zeribak con salti giganteschi. I giallàba, dopo di aver esitato, si fecero animo e scaricarono le loro armi, mirando alla meno peggio. Uno degli assalitori cadde, ma l’altro continuò la corsa, varcò la palizzata e si precipitò proprio nel mezzo della zeribak rovesciando il capo dei negri e addentandolo furiosamente alla nuca.

S’udì un grido straziante, terribile, supremo. I giallàba si gettarono verso i cavalli urlando disperatamente ma Fathma si slanciò addosso al felino che ruggiva spaventosamente dilaniando orrendamente la vittima e gli spaccò la testa con un colpo di jatagan.

Non ebbe nemmeno il tempo di curvarsi sul povero negro ormai morto, perchè altri leoni assalivano il