Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/263

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— Ad un tratto O’Donovan sentì urtarsi il gomito. Si volse e vide Fathma che lo guardava con occhi supplichevoli; comprese subito ciò che voleva.

— Generale, disse.

Hicks pascià rialzò la testa interrompendo la passeggiata.

— Avete qualche cosa da dirmi, chiese distrattamente.

— Conoscete voi gli ufficiali che condusse Dhafar pascià?

— Tutti.

— Fathma s’avvicinò vieppiù a O’Donovan, Non respirò più e strinse le mani sul petto quasi volesse imporre silenzio ai precipitosi battiti del suo cuore.

— Generale, continuò il reporter, avete conosciuto un tenente che si chiama Abd-el-Kerim?

Hicks pascià lo guardò in silenzio passandosi la mano manca sulla fronte come cercasse nella memoria.

— Un arabo? disse poi.

— Sì, un arabo esclamò Fathma con veemenza.

— Era alto, dal nobile portamento, capelli e baffi neri.

— Sì, proprio così, proprio così, balbettò l’almea.

— L’avete conosciuto anche voi?

— Era... Era un mio amico.

— Ah! fe’ il generale. Lo conobbi a Duhem assieme al capitano Hassarn.

Un rauco sospiro sortì dalle labbra contratte di Fathma e la sua fronte si coprì di stille di sudore. I suoi occhi si aprirono smisuratamente fissandosi in quelli del generale, come volesse leggere ciò che passavagli per la mente.

— L’avete conosciuto, mormorò ella con un filo di voce. Ed ora... si trova qui?

— No, nè lui ne Hassarn.

L’almea indietreggiò tre o quattro passi barcollando come se fosse stata percossa dalla folgore. O’Donovan l’afferrò per un braccio stringendoglielo come in una morsa. Ella s’arrestò di botto; comprese