Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/276

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— Questo lo sapremo questa sera a mezzanotte.

L’almea lo guardò cogli occhi stravolti.

— A mezzanotte! esclamo ella con sorpresa. Da chi? Come?

— Da un ribelle che si chiama Tepele.

— E tu conosci questo ribelle? Oh! vorrei abbracciarlo quest’uomo.

— Sarebbe pericoloso, padrona, si correrebbe il rischio di buscarsi qualche colpo di lancia. Ascolta quanto m’è toccato questa notte.

L’almea tornò a sedersi, tutta inondata di gelido sudore e tremante per la violenta emozione. Omar, accoccolatosi a lei accanto, le narrò per filo e per segno l’incontro di Takir, la gita di questi fuori del l’accampamento, il colloquio che aveva tenuto col ribelle Tepele, l’appuntamento per la mezzanotte con Elenka e infine il dramma sanguinoso che seguì la scrittura del biglietto.

Fathma l’ascoltò in silenzio, senza dare il più piccolo segno di collera o di gioia, ma quand’ebbe finito si alzò colle pistole in pugno, dirigendosi verso l’uscita della tenda.

— Dove vai? gli chiese Omar, spaventato, mettendosi risolutamente dinanzi.

— Vado alla tenda della greca, rispose Fathma con voce sorda. Fra mezz’ora le avrò fatto saltare le cervella.

— Ma tu vuoi perderci tutti e due! No, padrona, non lo farai.

— Ma sai Omar che ho il sangue che mi bolle? Sai che per ucciderla darei volentieri la mia vita?

— E se io ti fornissi il mezzo di ucciderla egualmente, senza che tu abbi a correre pericolo alcuno?

— Come? Parla, Omar, parla.

— Aspettiamo questa notte innanzi tutto. Appena il campo si sarà addormentato noi raggiungeremo il tugul e ci nasconderemo nell’interno o lì vicini. Elenka verrà, noi assisteremo al suo colloquio col ribelle Tepele, poi, quando sarà rimasta sola, o nel tugul o nella foresta noi l’assaliremo e la scanne-