Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/357

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— Ma che vorresti fare di Fathma? Non l’hai, adunque ancora dimenticata?

— Non ancora. Oh! se potessi trovarla!

— Ebbene?

— Non sai nulla adunque, cosa è accaduto nel campo?

— No, mormorò lo sceicco che tornò a trasalire.

— Ho trovato l’uomo che fu l’amante di Fathma.

— Oh!...

Abù-el-Nèmr aveva fatto due passi indietro e guardava Ahmed con ispavento. Era diventato cinereo e tremava in tutte le membra come se fosse stato assalito da una tremenda febbre. Sembrava istupidito, pietrificato.

— Lui, nelle tue mani! balbettò alfine. Lui prigioniero!... Oh!...

— Ma che hai? gli chiese Ahmed con stupore. Sono dieci minuti che ti osservo e che vedo i tuoi lineamenti scomporsi in istrana guisa.

— Aspetta gli disse Abù-el-Nèmr con voce sorda. A quale razza appartiene quell’uomo?

— È arabo.

— Arabo!... E si chiama?

— Abd-el-Kerim!

Una bestemmia uscì dalle labbra dello sceicco.

— È lui!... esclamò.

— Lui!... ma lo conosci tu? Spiegati, Abù, che io non capisco assolutamente nulla.

— Odimi, Ahmed. Un giorno mi trovavo nelle foreste del Fiume Bianco, quando m’imbattei in un ufficiale egiziano ferito. Ebbi compassione di lui, lo posi sulle mie braccia, lo trasportai nel mio campo e lo medicai coll’amore di un fratello... Guarì, mi giurò che avrebbe abbracciato la nostra religione e io gli credetti.

— Ah! fe’ Ahmed, con un sorriso ironico.

— Erano passati due mesi, quando una notte ebbi la brutta idea di invitarlo a cacciare il leone. Io camminavo innanzi e lui camminava dietro a me. Avevamo percorso parecchie miglia, quando quel