Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/60

Da Wikisource.
58

Stralunò gli occhi, spiccò un salto gigantesco e piombò in mezzo alle larghe foglie di loto che galleggiavano sulle acque dello stagno. Fu visto dibattersi per alcuni istanti, poi scomparire.

Abd-el-Kerim si chinò sulla riva, ma l’oscurità era così profonda, accresciuta anche dagli alberi che stendevano i loro rami al disopra delle acque, che non vide più nulla. Hassarn fu lesto ad avvicinarglisi.

— Si vede? chiese questi.

— No, rispose con voce sorda l’arabo.

— L’hai ucciso sul colpo?

— L’ignoro. Mi parve che la scimitarra incontrasse qualche costola.

— Che il diavolo lo accolga nel suo inferno.

— Taci, Hassarn, disse Abd-el-Kerim con emozione. Mi pare di aver commesso un assassinio.

— Bah! fe’ il turco alzando le spalle. Un rivale di meno.

— Era il fratello di Elenka.

— Che importa, dal momento che tu hai spezzato il nodo che ti univa ad Elenka? Ora sei libero di far tua Fathma senza che Notis abbia a disputartela e che abbia ad invocare l’amore che tu avevi per sua sorella. Buona notte ai morti e buona fortuna ai vivi.

— Scendiamo nello stagno, Hassarn. Forse non l’ho ucciso sul colpo e respira ancora.

— Se tu non gli hai attraversato il cuore, a questa ora si è annegato. Lasciamolo lì e ritorniamo all’accampamento dove Fathma ti aspetta con viva impazienza. Allàh penserà al morto.

L’arabo approvò con un cenno del capo, ma non si mosse. Cercò di scendere nello stagno ma l’acqua pareva profonda e l’oscurità non permetteva di vedere dove si appoggiavano i piedi. Egli dovette in breve convincersi che era impossibile pescare il corpo di Notis, nascosto fra il loto e fra i canneti.

— Infine l’ha voluto, mormorò egli sospirando. Povera Elenka, che dirà mai quando gli si narrerà