Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/65

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trovarono in un ampio stanzone, la cui vòlta era sostenuta da parecchie colonne trasparenti che riflettevano magnificamente la luce. Le pareti, scavate bizzarramente, erano umidiccie ma il terreno, eccettuato un angolo dove raccoglievansi gli scoli che formavano un fossatello, era asciutto e cosparso di una sabbia bianchiccia in mezzo alla quale brillavano pezzi di salgemma. Il nubiano, ammazzati tutti gli scorpioni grigi che l’abitavano, i cui morsi sono pericolosissimi, s’accinse a correre al campo, prima che la notizia della morte di Notis si spargesse e che il pascià Dhafar s’impadronisse di tuttociò che conteneva la tenda.

— Alto là, disse Notis, che seduto su di un macigno si fasciava la ferita. Se tu vai laggiù, non dimenticare d’informarti dove sia Fathma e come vadano le faccende.

Il nubiano sorrise mostrando i candidi denti e scese in fretta la collina correndo verso il campo. Notis, che aveva finito di fasciare la ferita, uscì e andò a sedersi sul limitare della caverna, guardando attentamente il villaggio d’Hossanieh e le tende del piccolo esercito egiziano.

— Essi sono là, diss’egli con gioia feroce, tutti e due là, a portata della mia mano, a portata della mia vendetta. Parlatevi di felicità, di amori, di immense gioie, ma io schianterò il cuore di entrambi, e in modo che non abbiate a guarire più mai. Non si conosce fino a qual punto sappia odiare il greco Notis.

«Non ho forze ora, m’è impossibile assalirvi di fronte poichè io sono morto, ma troverò io i mezzi per colpirvi e farvi cadere l’uno nelle mani di Elenka e l’altra nelle mie. Io sarò il leone e mia sorella la iena! Oh! allora...

Egli interruppe bruscamente il monologo e si drizzò come spinto da una molla. Al chiaror di un raggio lunare che cadeva sul campo, aveva scorto un mahari dal mantello nero lasciare la tenda dell’arabo Abd-el-Kerim e dirigersi a rapidi passi verso gli avamposti.