Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/77

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con latte di cammella fermentato nella pelle di una capra, che sapeva orribilmente di muschio. Lo sceicco, ogni qualvolta che il greco accostava la tazza alle labbra non mancava mai di dire: saa (alla salute) alla quale frase rispondeva Notis: Allàh y selmek (Dio ti salvi).

Dopo la prima portata, un altro beduino recò un gran vaso di terra, una specie di garahs, vecchio di cent’anni, nel quale trovavasi un pasticcio di riso nuotante in una salsa giallognola, pepata in modo orribile, con un miscuglio di datteri secchi pestati e di albicocche. Seguì l’hamis, composto di pezzetti di carne di pollo e di montone fatti dapprima cuocere in istufato con burro e di poi bagnati con acqua calda e conditi con pepe in gran quantità, sale, datteri e cipolle fatte bollire fino a ridurle a completo discioglimento. Il pasto finì col kus-kussu, o cibo nazionale, preparato con pallottoline di farina piccole come pallini da caccia, condite con una salsa piccante e con una sorsata di bilbel.

In quel frattempo densi nuvoloni s’erano accavallati nella profondità del cielo e un vento caldissimo s’era messo a soffiare, scuotendo fortemente le cime degli alberi e piegando le tende. L’oscurità cominciava a farsi rapidamente e prometteva di essere tanto fitta da non poterci vedere a due passi di distanza.

Notis ne fece parola allo sceicco, che finito il pasto, s’era rovesciato sui tappeti, fumando flemmaticamente.

— Tanto meglio, rispose il beduino. L’uragano favorirà la spedizione, e le tenebre proteggeranno la nostra ritirata. Credo anzi che sarà ora di metterci in cammino, e di andar a raccontare all’arabo che la sua bella ha fatto un colpo.

— Non vi è pericolo che tu, recandoti al campo, abbia a venire scoperto?

— Nessuno mi conosce, eppoi, a uno sceicco è permesso di andare dove gli pare e piace senza render conto a chicchessia. Non aver timore che io possa