Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/159

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Governa fè intendere al Correale che aveva abbastanza longanimità, e che perciò, senz’altre chiacchiere, smettesse di pubblicare il giornale che morì infatti alla fine di agosto del 1856.

De Cesare, Quercia, Padula e Trisolini trovarono ospitalità nel Nomade, nell’Omnibus, nell’Iride e più tardi nell’Epoca, fondata nel giugno del 1857 dal De Cristofaro. Alcuni scrittori del Nomade passarono all’Epoca, la quale, intendendo la réclame giornalistica un po’ più modernamente, pubblicò una lunga lista di collaboratori, dei quali era primo Carlo Troja ed ultimo ... Giuseppe Lazzaro. Questi iniziò una serie di articoli sull’istruzione» anzi sull’"insegnamento letterario„, concludendo: bruciate le grammatiche, le rettoriche e le poetiche, e ne dava l’esempio.


Se mancavano giornali, come s’intendono oggi, mancavano anche i giornalisti. Eran tutti articolisti intermittenti e a rime obbligate. Unico giornalista, nel vero senso della parola, fu Vincenzo Torelli, la cui influenza nel mondo della letteratura e dei teatri divenne incontestata, per quanto sterile. Torelli rappresentava una potenza, e la sua casa, prima al palazzo Barbaia in via Toledo, e poi in piazza San Ferdinando, dove aveva raccolti molti quadri di autori antichi e moderni, era un magnifico convegno di letterati, di artisti e di quanti uomini di valore vivevano in Napoli o vi capitavano. Della sua prigionia in Santa Maria Apparente, dell’attentato onde fu vittima, e della sospensione del giornale egli non disse mai verbo, neppure dopo il 1860. Per la prima volta, recentemente, ne ha parlato, con particolari esatti. Pasquale Turiello;1 particolari non esaurienti però, perchè il Turiello non volle indagare chi fosse il cortigiano che avrebbe confidato al Torelli le parole di Ferdinando II a proposito della cura idroterapica, e dal Torelli riferite in una lettera anonima stampata neìl’Omnibus, forse per mettere un po’ in luce il professore Tartaglia, il quale iniziava in Napoli la cura della idroterapia. Il re aveva detto queste innocenti parole "Acqua fresca, miracoli, miracoli!„; ma sospettosissimo com’era, s’impensierì e s’irritò di vederle pubblicate testualmente, perchè in quella stessa conversazione, presenti la regina, Alessandro Nunziante e il maggiore Severino, egli aveva tenuti altri discorsi e fatta una volgarissima

  1. P. Turiello, Dal 1848 al 1867, nella Rivista storica del Risorgimento italiano, diretta dal prof. Manzone. — Volume I, fascicoli 3 e 4.