Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/241

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delle cose più stravaganti che siano state mai scritte: parlano questi personaggi come tanti eroi dell’antichità.

Dopo l’attentato degli otto dicembre Ferdinando II fece innalzare presso il campo di Marte, al principio della via di Secondigliano, a Capodichino, una chiesa in onore della Concezione a memoria dello scampato pericolo, nonchè una piccola cappella votiva nel posto dove Agesilao gli vibrò i due colpi di baionetta. Gl’intendenti, con ripetute circolari, obbligarono i oomuni a contribuire con offerte alle spese di costruzione di questa chiesa, mentre il gesuita padre Giovannetti chiese e ottenne la daga e il fucile di Agesilao che fuse, e ne fece una statuetta dell’Immacolata, che donò al re, il quale non mostrò di gradire molto lo strano dono. Un altro ricordo. Tra le persone, che assistettero al consiglio di guerra, che condannò Agesilao Milano, fu Augusto Zamboni, intimo del generale Filangieri. Zamboni ritrasse furtivamente con poche linee le sembianze del regicida e nascosta la carta nel cappello, corse a mostrarla al generale, il quale guardò e riguardò quelle linee e volle sapere dallo Zamboni i particolari del dibattimento. E disse in quell’occasione che il re avrebbe commesso un grave errore, non graziando il Milano, regicida non volgare, ma che l’avrebbe commesso. Egli conosceva Ferdinando II meglio di tutti. E della famiglia del Milano credo non vi sia oggi più nessuno. Camillo è morto da poco. Fu prima garibaldino e poi ebbe un impiego nell’amministrazione finanziaria. Vi rinunziò, ritirandosi nel paese nativo, dove si spense a settantasei anni. Mi dicono che viva ancora un’ultima sorella di Agesilao, maritata a un certo Tavolaro.


Ho voluto scrivere una pagina quasi esauriente sull’attentato di Agesilao Milano, che ebbe eco in tutto il mondo, e fu uno degli avvenimenti maggiori degli ultimi anni del Regno: e ho potuto farlo col concorso prezioso del superstite amico di lui, di un uomo, che ha fatto tanto bene alla sua Calabria, rivendicando il vistoso patrimonio del lascito Pezzullo, e dando esempio di iniziative, le quali, se non fruttarono guadagni a lui, concorsero al benessere della sua provincia: Guglielmo Tocci, oramai ottantenne, già deputato per due legislature, e che vive, dopo tanti disinganni, nella maggiore modestia, ma con la fede giovanile nella risurrezione economica e morale della sua regione;