Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/275

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Questi due scolopii di Puglia ebbero dunque, successivamente, una parte importante nella Corte, come l’Ordine loro l’ebbe nel Regno. Gli scolopii erano in realtà più potenti dei gesuiti; e Ferdinando II li amava e li aveva ammessi nell’intimità, affidando loro la prima educazione e istruzione dei suoi figli. La Puglia dava il maggior contingente a quest’Ordine, Oltre al padre Pompeo e al padre Borrelli, erano pugliesi e benemeriti dell’insegnamento, il padre Trincucci, intimo di Vito Fornari, il padre Ferretti di Oria, il padre Nisio di Molfetta, il padre Leonetti di Andria, allora giovanissimo e che morì rettore del collegio del Nazzareno a Roma, e i padri Bruno e Campanella di Gioia, Nitti di Triggiano, Cericola di Foggia, Camerino di Ruvo e i fratelli Della Corte, il maggiore dei quali reggeva il collegio di Francavilla Fontana. Questo collegio contava più centinaia di alunni interni, la maggior parte di Puglia e di Basilicata, ai quali s’impartiva un insegnamento piuttosto largo, dati i tempi. Gli scolopii avevano collegi di novizii a Campi Salentino e a Galatina. Tanto il padre Pompeo che il padre Borrelli erano di umilissima origine, e il padre Borrelli, figlio di un mandriano, era stato protetto dal Santangelo, intendente di Foggia che lo fece educare dagli scolopii.