Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/277

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CAPITOLO XII

Sommario: Una burla che fa impazzire la polizia — Il terremoto del 16 dicembre — Vittime e danni in Baailicata — Provvidenze governative rese inutili dalla mancanza di strade — Largizioni in varie forme — I poeti del terremoto e i prosatori — Giuseppe Lazzaro e Salvatore Fenicia — Si bamboleggia innanzi ad un immenso infortunio — Il terremoto spinse il re ad allargare la telegrafia elettrica, non a riprendere le concessioni ferroviarie — La storia di quelle concessioni — Emanuele Melisurgo e i suoi precedenti — Si fa molte illusioni — Il capitolato della ferrovia delle Puglie — Le stazioni e il tracciato — L’emissione dei titoli naufraga — Rivelazioni curiose — I pugliesi e Melisurgo — Non si pagano le azioni sottoscritte — Melisurgo lavora di audacia — Inaugurazione dei lavori a Napoli — La ferrovia degli Abruzzi ha la stessa sorte — Il barone De Riseis e i suoi socii — La rete telegrafica allaccia le provincie — Non si compie prima del 1860 — Alcuni ricordi — Istituzione dei francobolli.


Quello stesso anno 1857 fu contrassegnato da due avvenimenti assai diversi fra loro: uno, di straordinaria audacia che fece disperare la polizia e ridere tutta Napoli, e l’altro che gettò nel lutto e nello sgomento molta parte del Regno.

La mattina del 1 marzo c’era per Toledo un’animazione maggiore del consueto, e gruppi di curiosi, affollati innanzi a piccoli manifesti ufficiali, leggevano questo decreto:

FERDINANDO II.

per la grazia di dio
re del regno delle due sicilie,
di gerusalemme ec.
duca di parma, piacenza, castro ec. ec.
gran principe ereditario di toscana ec. ec. ec.

Essendosi la Provvidenza benignata di accrescere di novella prole la Nostra Real Famiglia, ed annuendo ai consigli amichevoli dei Governi di