Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/291

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e versata la cauzione in centomila ducati. E si spiegava il concorso del capitale estero col fatto, che la linea degli Abruzzi, da doversi allacciare sul Tronto alla pontificia, era considerata come complemento alla rete delle strade ferrate di Europa, mentre quello delle Puglie veniva ritenuta tutta napoletana e interna. Ebbene vi furono delusioni anche qui: i capitali esteri non si videro; Rothschild, Meuricoffre, Lafitte, Forquet, non comparvero; scomparvero il principe di Torella, Falconi e Bonanni, e si disse che fossero soli socii del De Riseis il barone Corsi, Giovanni Cassitto, Raffaele Mezzanotte e don Antonio Monaco, i quali non avevano come il Melisurgo precedenti liberali, onde è da ritenere che Ferdinando II si spaventasse così dei prevedibili insuccessi finanziarii delle due concessioni, come delle conseguenze politiche. Non era avvenuto altrimenti per la costruzione delle strade provinciali in Sicilia, al tempo di Filangieri. E così le Paglie e gli Abruzzi seguitarono ad essere uniti a Napoli dalle sole strade consolari costruite da Giuseppe Bonaparte e da Murat, e non tutte sicure da banditi! Fu una delusione generale, ma il re non se ne afflisse, né di ferrovie si parlò più. Cadde anche in quell’anno stesso, mentre pareva assicurata, l’istituzione di una banca di assicurazione o di credito fondiario, messa avanti dal D’Ajout, sotto la direzione del signor Bidaut, che si diceva 2988i versato nella materia. Il credito fondiario si sarebbe fatto al sette e un quarto per cento, ammortizzando il capitale in quindici anni. Chi non vorrà migliorare i fondi con sì belle condizioni? esclamava un noto giornalista. Ma il D’Ajout non ispirava più a Ferdinando II la fiducia di prima, e le parole dette dal re sul conto di lui al marchese Antonini nel 1852, e da questi riferite nel suo diario, ben lo rivelano. Si noti che tutto ciò avveniva nell’anno stesso del Congresso di Parigi e dell’attentato di Agesilao Milano.1


Ma per l’allargamento della "Telegrafia elettrico-magnetica„, di qua e di là dal Faro, le cose andarono altrimenti. Ferdi-

  1. Dei due concessionari, il barone De Riseis morì senatore del regno d’Italia nel 1888, ed Emanuele Melisurgo nel 1867, a Torre del Greco, lasciando un anico figliuolo, Giulio, valente ingegnere, morto nel 1897 e che seguitò a litigare tutta la vita per effetto della concessione del 1862, fatta alle Meridionali della ferrovia pugliese e da lui impugnata. Avvocato dei