Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/325

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importanti d’Europa, anche perché l’uso di vendere merce dì raccolti ancora in erba aveva dato vita ad un gran giuoco; ed attorno alle compre ed alle vendite di genere effettivo, si giocava e sì scommetteva a rialzo o al ribasso, dando luogo a differenze di prezzo, liquidate mese per mese da appositi agenti o sensali, come oggi si usa per i fondi pubblici ed i valori.

Due sale attigue alla Borsa, a sinistra del gran portone del palazzo di San Giacomo, dalla parte del largo dei Castello, erano riservate alla contrattazione della rendita pubblica, nelle ore in cui la Borsa stava chiusa. Le riunioni per le contrattazioni dei grani e degli olii, nelle prime ore del mattino e nella sera, sì tenevano da molti anni nel primo caffè a due porte, accosto a un estaminet con sale di bigliardo, dirimpetto al Castelnuovo, all’angolo opposto del teatro “Sebeto„, Questo estaminet era condotto da ano svizzero. Sentita la necessità di un locale più adatto, Salvatore Ferrara e Michelangelo Tancredi, seniore, regio agente di cambii e trasferimenti, tolsero in fitto, verso il 1834, presso lo Spedaìetto, la vastissima sala dell’antico sedile de’ nobili di Porto, detta poi Sala di San Giuseppe, per la vicina chiesa omonima. Nell’alta volta di quella sala era dipinto uno stupendo affresco rappresentante il martirio di San Gennaro, e su una parte dell’area fu poi edificato il presente albergo di Ginevra, già palazzo di monsignor Cocle. La Sala di San Giuseppe fu decorata con busti e con ornamenti in legno, e non mancavano gabinetti per la lettura dei giornali francesi e inglesi. Dopo qualche anno, avendo il Ferrara e il Tancredi subite gravi perdite, cedettero il locale ad altri. I negozianti veri, i cosidetti speculatori, cioè scommettitori a scadenza, che giocavano sul vuoto, i sensali patentati, e i moltissimi non patentati, detti marroni, quando non intervenivano alla Borsa a San Giacomo, si riunivano in quella sala, ove trattavasi quasi esclusivamente di grani e di olii, esclusa la rendita.

Gli olii ed i grani si contrattavano alla Borsa, in un modo speciale, che si adattava meravigliosamente alla condizione economica delle provincie napoletane. Case di commercio, fomite di grandi capitali, avevano vasti magazzini in alcune città della costa, dove si raccoglievano le mercanzie, e mettevano questi magazzini a disposizione di proprietarii, che avessero voluto de-